Gentile direttore,
qui Torino, Piemonte. Sono nato il 6 marzo 1940. Mi hanno fatto la seconda dose del vaccino anti-Covid il 9 maggio di questo 2021. L’8 novembre 2021 ore 15:51:23 l’Asl Torino con sms mi ha convocato per il 13 novembre per la 'dose 3'. Non ho provato più volte a prenotare sul sito. In fila, invece, ho aspettato lo scorrere del tempo, il turno definito dall’Organizzazione. Nelle parole esigenti e agitate del lettore Bazerla a proposito del diritto alla 'dose 3' a cui lei ha risposto mercoledì 10 novembre ho trovato tracce di violenza. Il lettore manifesta che in certe frange dei sì-vax come nelle frange dei no-vax alberga l’animus insolentiae. I no-vax scendono in piazza e i sì-vax scrivono ai giornali, manifestazioni differenti che ricadono nella stessa categoria. Lei, direttore, media e ricorda le «categorie prioritarie», richiama il concetto della progressione delle età e suggerisce di verificare il trascorrere dei 6 mesi dalla seconda dose. Il fatto è che c’è un popolo che è stato abituato ad avere tutto e non vuole vedere da dove quel tutto arriva. È stato viziato. «Prendete un circolo, coccolatelo, diventerà vizioso!». Eugène Ionesco ha ragione.
Marco Scarpa Torino
Apprezzo e ammiro, gentile signor Scarpa, la civile disciplina e l’eleganza con cui scrive e partecipa anche alle code pre-vaccinali. E trovo geniale il richiamo a Ionesco (i cui testi teatrali ho letto, amato e immaginato nei miei bellissimi e provincialissimi verd’anni). Dissento solo sull’amara e totale equiparazione tra novax e alcune frange di sì-vax. I pretenziosi sbagliano sempre, e tanto più in questi difficili tempi pandemici. Ma, in ogni caso, mi creda, sìvax che sbagliano e no-vax incalliti non vagano e non si agitano nella stessa identica nebbia. Dateci milioni di vaccinandi impazienti e persino scostanti piuttosto che anche un solo manipolo di untorelli travestiti da scettici blu.