Da domani, lunedi 26 novembre, l’aula della Camera tornerà ad esaminare il disegno di legge contenente "Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali". Un provvedimento importante che le famiglie italiane appoggiano con forza e che la Camera aveva già approvato nel 2011. Ma nel passaggio al Senato è stato aggiunto una modifica all’articolo 251 del Codice Civile, formalmente in risposta ad alcune sollecitazioni ricevute dalla Corte Costituzionale, ma in verità travisandone le indicazioni.La modifica autorizza, seppur con il filtro valutativo del giudice, il riconoscimento del «figlio nato da persone tra le quali esiste un vincolo di parentela in linea retta all’infinito o in linea collaterale nel secondo gradoovvero un vincolo di affinità in linea retta». Dietro il criptolinguaggio del legislatore c’è una realtà che fa tremare i polsi: in sostanza si prevede la possibilità per padri e madri di riconoscere i figli generati da relazioni incestuose: da padre con figlia, da madre con figlio, nonno con nipote, da fratello con sorella, da suocero con nuora o suocera con genero.In una parola si normalizza l’incesto, aprendo un grave vulnus nella concezione della famiglia come convivenza ordinata e strutturata, in cui i minori sono protetti da relazion i sessuali con gli adulti loro familiari, che dovrebbero proteggerli, anziché sfruttarli. Per tutte le culture evolute l’incesto, nella stragrande maggioranza dei casi frutto di violenza, fisica o psicologica, è un disordine inaccettabile.Ed è falso affermare che sia nell’interesse dei figli nati da queste relazionisapere, vedere certificata e pubblicamente conclamata la propria origine incestuosa, eredità pesantissima da portare: che percezione della famiglia, che educazione al rispetto di sé e dell’altro ne può derivare?È poi inaccettabile che la legge, tollerando e riconoscendo un comportamento così grave, in qualche modo ne favorisca una legittimazione o una sua normalizzazione, alleggerendo una condanna sociale che deve essere senza se e senza ma.Per queste ragioni il Forum delle associazioni familiari, in consonanza con tante altre associazioni a tutela dei minori, rivolge oggi un pressante appello ai deputati, perché abbiano il coraggio di eliminare questo mostro giuridico e riportare il testo del disegno di legge alla versione precedente, scorporando la modifica introdotta dal Senato. Niente false urgenze, su un tema così grave.