Forse il peso più duro è stata una parola (non) di madre
mercoledì 9 giugno 2021

Dov’è Saman? Magari fosse veramente in Belgio, come dice l’avvocato dei suoi. Magari fosse riuscita a fuggire. Ma ci sono le immagini del padre e della madre, in una telecamera di strada, che l’accompagnano come per dirle addio, e poi il padre che torna solo, lo zaino della figlia in spalla. Ci sono le parole del fratello sedicenne, che è certo: è stata uccisa. E le scarne frasi intercettate dagli investigatori: «Un lavoro ben fatto», dice lo zio, laconico. Saman, la cercano nei campi di Novellara, attenti a dove la terra appare smossa di fresco.

Ma se anche gli inquirenti si sbagliassero, se davvero la diciottenne di origine pakistana fosse riuscita a scappare per sottrarsi a un matrimonio imposto, di questa oscura storia resterebbe un particolare da lei stesso riferito, prima di sparire, al fidanzato, e straziante. Poche ore prima di quella misteriosa camminata a tre che pare un congedo, Saman, reclusa in camera, origlia alla porta della madre Nazia, che parla al telefono. Non coglie il discorso intero, ma dei frammenti, e il tono grave della voce: «Visto che continua a opporsi al matrimonio…». E poi: «È l’unica soluzione».

L’unica soluzione. Già l’adolescente era stata minacciata dai suoi, e affidata a una comunità protetta. Era tornata a casa a prendersi la sua carta d’identità, per andarsene. La 'soluzione' l’aveva magari già sentita ventilare nelle liti furiose, la sera, ma forse non ci credeva davvero. Che proprio sua madre però mostrasse di avere ceduto alla logica degli uomini della famiglia, che proprio sua madre accettasse quella 'soluzione', questo deve essere stato un colpo vertiginoso per la figlia. Una sentenza di morte pronunciata dalla propria madre, è intollerabile. Saman stessa non ci vuole credere, e tempesta di domande la donna: di chi parlavi? Quale soluzione? E quella forse a fatica, gli occhi a terra, balbetta che no, ma che pensi, parlavo di tutt’altra storia. Però non rassicura la figlia: che anzi in faccia deve leggerle confusione e sgomento, tanto che di nascosto scrive un messaggio al fidanzato: «Ti giuro che stava parlando di me… Se scompaio, avverti la polizia». Poi, la breve passeggiata per caso ripresa dall’occhio di una telecamera di strada. Poi, nessuno vede più Saman.

Sentirsi annunciare una sentenza di morte, condivisa dalla propria stessa madre, questo è l’intollerabile, è l’incubo cui non vuoi credere. La mamma, quella che ti metteva a letto con un bacio la sera, che ti aiutava a fare i compiti e ti abbracciava e ti perdonava sempre, lei ti ha abbandonato. «L’unica soluzione…». Passata dalla parte del carnefice. Per convinzione? Per paura per la propria vita? Ma quante madri la vita la darebbero per una figlia, quante, in una minaccia mortale, la rischierebbero, la vita, pur di salvare quella che chiamano ancora 'la mia bambina'. È una pietra, una lapidazione, la parola che Saman ha detto di avere origliato a una porta: tua madre ha esaurito ogni capacità di perdono, e consente alla tua morte. Speriamo che non sia così. Perché è qualcosa che, a leggerne, spaventa, come un atto contro l’umana natura. Qualcosa che, a sentirselo dire, può uccidere, prima di ogni altra violenza. Perché sappiamo che i coltelli, che le botte ammazzano, ma a volte dimentichiamo, quanto uccidono le parole.

Dov’è Saman? Ostinatamente la cercano con i cani, nei campi rigogliosi di giugno, a Novellara. Magari si sbagliassero, magari fosse davvero scappata molto lontano. Lei, una ragazzina che sui social si faceva chiamare 'Italiangirl', ragazza italiana, fiera della sua libertà. Lei che nei selfie si mostra quasi stupita della sua fresca bellezza, e si tinge la labbra di rosso forte, come una bambina di nascosto, allo specchio – una bambina che la mamma manderà a lavarsi la faccia, sorridendo fra sé, perché lei un giorno ha fatto la stessa cosa. È questa solidarietà, complicità, tenerezza fra madre e figlia che è troncata da quel: «È l’unica soluzione», terrifico sussurro inteso a una porta.

Dov’è Saman? Padre e madre tornati di fretta in Pakistan, altri parenti fuggiti in Francia. Saman nessuno l’ha più vista, da quei passi coi genitori accanto e uno zainetto in spalla, lei calma: come credesse, finalmente, di partire.

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