Caro direttore,
lunedì 4 ottobre, allo spoglio delle schede per le amministrative, non ho sentito la voglia di stappare nessuna bottiglia. Dentro di me una immensa tristezza per quel 50% di italiani che non sono andati a votare per nessuno. Sabato 9 ottobre, davanti alle immagini tremende dei blindati a proteggere i palazzi delle Istituzioni mi sono chiesto, al di là dei noti facinorosi che le forze di polizia conoscono da sempre, chi fosse quella folla inferocita. È per caso quel popolo che è stato educato da partiti scellerati a irridere all’istituto della rappresentanza? Dai balconi di Palazzo Chigi tutti abbiamo sentito, non troppo tempo fa, come si può strappare l’applauso gaglioffo per aizzare le folle contro la democrazia rappresentativa. Debbo concludere che ora abbiamo avuto una bella dimostrazione di quel che si intende per “democrazia diretta”, esercitata dalle folle urlanti? Mi sento umiliato e sconfitto. E chiedo perdono per tanta amarezza.
Alessandro Tessari
Nulla da perdonare, caro professor Tessari. E molto da continuare a dire e fare. Non praevalebunt.