domenica 18 agosto 2013
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La notizia è del genere 'da spiaggia' e se non fosse capitata in questi giorni, forse non avrebbe avuto l’eco che sta avendo: in Gran Bretagna è scoppiato il caso degli ovetti rosa e azzurri della Ferrero. In sostanza, la nota casa di Alba, dopo il lancio in Germania ha deciso di provare anche in Inghilterra, con gli ovetti Kinder dalla sfumatura azzurra o rosa. Un accorgimento per orientare i consumi, visto che l’ovetto contiene una sorpresa che può far piacere ai maschi o alle femmine.
Così, per evitare il carroarmato per le bimbe o la collanina ai maschietti, la Ferrero ha pensato bene di differenziare. Fatto sta che la sorpresa, invece, è arrivata dal movimento Let toys be toys (che i giocattoli siano giocattoli) che per bocca della sua fondatrice Trisha Lowther ha parlato di sconcerto dalle pagine dell’Independent. Ma sconcerto di che? Ci piace pensare che il movimento dei giocattoli abbia colto l’occasione per farsi un po’ di pubblicità alle spalle di un marchio internazionale, che ha sua volta sta ottenendo pubblicità gratuita da questo chiacchiericcio estivo basato sul nulla.
Parlare di 'sessismo' ci sembra eccessivo; piuttosto si può parlare di un continuo rimando al relativismo, che è il vero impoverimento di una società che non sa più dove andare e che cosa argomentare. Ma tant’è, la notizia viaggia da ormai una decina di giorni, e ha soppiantato quella sulla buona annata per i tartufi e sulla vendemmia un poco ritardata. A confondere le acque è arrivato anche il panettone d’agosto (e non da oggi), che vorrebbe destagionalizzare un dolce legato al Natale. E anche questo è un gioco (che ne penserà il movimento del giocattolo che sia giocattolo?).
E pure lo chef Matias Perdomo, che al 'Pont de Ferr' sui Navigli di Milano fa una cucina con le tavolozze illuminate, ha dichiarato apertamente che i suoi piatti sono come giocattoli. Attento cuoco: che i piatti siano piatti e i giocattoli giocattoli, sennò alla fine non capiamo più nulla e ci mangiamo anche la sorpresa dell’ovetto. Quello che invece non mangiamo più, secondo le statistiche, sarebbe la pasta, coi consumi scesi da 43 a 30 chili per famiglia in 15 anni. Sarebbe colpa della informazioni sulle diete, che notoriamente dicono tutto e il contrario di tutto. Ma, anche qui, uno studio ha rivelato che gli uomini dimagriscono più in fretta delle donne. E mantengono pure il peso raggiunto.
Certo la dieta non è un gioco, anche se molti veri o finti nutrizionisti un po’ ci giocano. State attenti: la signora Trisha potrebbe avercela anche con la natura biologica che divide il calo di peso fra maschi e femmine. Ma in questo caso dovrebbe far causa molto più in alto. Meglio tornare a giocare... magari alla giusta età.
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