Milano: l’urna elettorale in un seggio allestito per le elezioni europee del 2019. Quelle del 2024 si terranno, in Italia, l’8 e il 9 giugno - foto Ansa
«L’assunzione di responsabilità da parte dei cristiani e delle persone serie, capaci, oneste in politica è particolarmente urgente in questo tempo». È l’incipit della nota elaborata dai vescovi lombardi riguardo all’impegno dei cristiani in politica e in vista delle prossime elezioni europee (8-9 giugno) e amministrative. «Sono chiamati a farsi avanti uomini e donne che siano voce coraggiosa e sapiente, profetica e realistica» per dire «no alla guerra assurda e disastrosa» e «no alla diseguaglianza scandalosa», si legge nel testo che fa sintesi delle riflessioni condivise nella sessione primaverile della Conferenza episcopale lombarda, svoltasi il 13 e 14 marzo a Caravaggio (Bergamo) e nel corso della quale si è parlato anche della recente visita ad limina e della «gioiosa esperienza dell’incontro con papa Francesco, che ha stimolato a una pastorale capace di dire il volto bello di una Chiesa che accoglie tutti».
Una bussola per orientarsi nella cura del bene comune
Interessarsi di politica e fare politica sono «una doverosa espressione della cura per il bene comune»: «l’indifferenza che induce all’astensionismo» e «il giudizio sommario che scredita uomini e donne impegnati in politica sono atteggiamenti che devono essere estranei alla comunità cristiana», affermano i vescovi. Che nella loro nota offrono una “bussola” per orientarsi nell’azione politica coniugando profezia e realismo. Anzitutto: «No alla guerra assurda e disastrosa, noi cerchiamo la pace giusta e possibile; no alla follia delle armi che guadagna nel distruggere, noi chiediamo che ci siano risorse per costruire e curare». E poi: «No alla diseguaglianza scandalosa che con sperperi irresponsabili rovina i popoli, ignora i poveri e distrugge il pianeta, noi siamo assetati di giustizia e dedicati alla solidarietà». E «no all’ambigua tolleranza che apre le porte al denaro sporco che si moltiplica sfruttando le debolezze umane, incrementando dipendenze, approfittando del sovraindebitamento, noi pratichiamo e insegniamo la legalità». Ma «no» anche «alla cultura individualistica e libertaria che legittima l’aborto come diritto e non rispetta la vita di persone fragili, noi chiediamo che la legge difenda i più deboli». E «no a una gestione delle risorse della comunità che trascuri i bisogni primari della casa, del lavoro, della formazione, noi proponiamo alleanze per condizioni di vita dignitose per tutti».
Candidati alle elezioni e incarichi pastorali
La comunità ecclesiale «guarda con stima» a chi sacrifica tempo ed energie «personali e familiari» per servire il bene comune. «I cristiani che ricoprono responsabilità in ambito politico e amministrativo – prosegue la nota – devono trovare nella comunità cristiana il contesto propizio per alimentare la loro fede nell’ascolto della Parola di Dio, per motivare il loro servizio al bene comune, per trovare negli insegnamenti della Chiesa e nel confronto fraterno il contesto propizio per un saggio discernimento». Compito dei pastori è «formare le coscienze» astenendosi dal prendere posizione nel confronto fra partiti e candidati. Così anche associazioni, movimenti e altre espressioni della comunità cristiana si devono sentire incoraggiati a fare formazione. Ma «le strutture delle parrocchie e degli altri soggetti ecclesiali non possono essere utilizzate per la campagna elettorale». «Si deve valutare - sottolinea poi la nota - l’opportunità che i candidati nelle elezioni amministrative e politiche sospendano incarichi pastorali per evitare di essere motivo di divisione nelle comunità cristiane e per favorire la libertà di tutti sia nel proporsi sia nel votare».
«Una città e un’Europa dove sia desiderabile abitare insieme»
La nota firmata dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, assieme ai vescovi Francesco Beschi (Bergamo), Marco Busca (Mantova), cardinale Oscar Cantoni (Como), Maurizio Gervasoni (Vigevano), Daniele Gianotti (Crema), Maurizio Malvestiti (Lodi), Antonio Napolioni (Cremona), Corrado Sanguineti (Pavia) e Pierantonio Tremolada (Brescia) si conclude con un auspicio. «Verranno giorni di pace? Sarà possibile una società più giusta? Sapremo costruire una città, un paese, un’Europa dove sia desiderabile abitare insieme? Noi che andiamo a votare diciamo alla gente di oggi e alle generazioni future: sì, sarà possibile, perché ciascuno di noi, secondo le sue responsabilità, competenze e ruoli mette mano adesso all’impresa di aggiustare il mondo!».