Gentile direttore,
è veramente doloroso aver sentito la candidata alla Casa Bianca Hillary Clinton, durante l’ultimo movimentato dibattito televisivo per le elezioni negli Usa, difendere espressamente il partial birth abortion, cioè l’aborto a fine gravidanza. L’aborto a nascita parziale è la più atroce delle invenzioni che i sostenitori dell’aborto come diritto “assoluto” abbiano inventato. Le risparmio i particolari della tecnica dove il feto-bambino viene soppresso al momento in cui lascia il grembo materno. «La sentenza Roe v. Wade stabilisce molto chiaramente che non ci devono essere leggi che limitano l’aborto», ha detto Clinton in tv. «Il Governo non deve immischiarsi nelle decisioni più intime e personali delle donne, né può limitare la vita o la salute delle donne». Sappiamo invece che il partial birth abortion è pericoloso per la donna e terribile per il feto-bambino. L’ideologia abortista acceca le persone a tal punto da spazzar via ogni ragionamento. L’uscente presidente Obama ha reintrodotto questa pratica che l’ex presidente Bush aveva bloccato. Non mi lascia in pace la fredda “sicurezza” della Clinton. Anche se la Clinton avrà, forse, fra le mani i codici nucleari.
Gabriele Soliani - Reggio Emilia
Caro direttore,
Donald Trump non ha le caratteristiche per diventare presidente degli Stati Uniti d’America. Il video del 2005 in cui si vanta di poter avere qualunque donna ai propri piedi e di poter fare loro qualunque cosa solo perché è ricco, aveva strappato il poco di maschera che ancora gli rimaneva. Poi, però, questo personaggio ha rumorosamente raggiunto il top dell’assurdo e dell’irresponsabilità. Al di là del sessismo, della scorrettezza, dell’ignoranza manifestate a più riprese. Sostenendo di non riconoscere altri che un solo possibile vincitore, se stesso, Trump nega la democrazia e alimenta malsane pulsioni nell’elettorato della più grande potenza del mondo. Perché?
Teresio Asola - Torino
I due lettori che mi incalzano mi spingono a tornare sul già detto eppure, evidentemente, mai abbastanza chiarito a proposito dei due – per me – inadeguati contendenti alla guida della più grande potenza del mondo. Ogni gelida “leggerezza” nel parlare d’aborto (comunque realizzato) è pesantissima e dolorosa. E il lettore Soliani, che è medico, sa anche meglio di me che l’aborto è lo “scarto” più tragico ed emblematico. Per questo e per un’altra somma di motivi che toccano diversi dei valori guida per la mia coscienza civile e cristiana (e che riguardano l’impostazione della sua politica economica, la visione geostrategica che propugna, la personale e spregiudicata inclinazione alla dissimulazione, la conferma di una crescente, deplorevole e rischiosa tendenza “dinastica” nei grandi partiti d’Oltreoceano) se fossi cittadino degli Stati Uniti d’America, non vorrei proprio votare per la candidata del Partito democratico Hillary Clinton. E tuttavia Donald Trump, per quanto mi riguarda, è più che invotabile. È semplicemente impresentabile: per ciò che afferma, per come vive, per il mondo che disegna, per il piglio avventuriero (e interessato) con cui partecipa anche a questa battaglia politica. Nel mondo di Trump tutti i “diversi” (per luogo di nascita, per pelle, per povertà…) sono destinati a essere scartati, cioè a essere cancellati, anzi – mi viene da dire – legalmente “abortiti”. E temo che la sua candidatura nel campo repubblicano (dapprima travolgente, poi sempre più chiaramente infausta) finisca per creare le premesse per una vittoria larga della signora Clinton. Che non la meriterebbe affatto. Non so se sarà davvero così, ma capisco fino in fondo i tormenti di tanti elettori Usa.