Caro direttore,
leggo e rileggo l’articolo di “Avvenire” sulla madre morta annegata e trovata abbracciata al suol bimbo sul fondo del mare a poche miglia da Lampedusa. E penso che noi non possiamo mai capire il dolore, la paura e la speranza che spingono una madre a rischiare di morire così... Nelle nostre case, calde di inverno e fresche di estate, dove un pasto non manca mai, piuttosto aumentano gli avanzi. In un Paese dove nei sondaggi restano forti politici che in tv non sanno dire altro che «Porti chiusi!» per racimolare qualche voto “nostalgico” in più... Non esiste progresso, direttore, e non servirà andare altre cento volte sulla Luna e arrivare su Marte, se dobbiamo rimanere spettatori impotenti di fronte a una mamma disperata, trovata morta abbracciata con suo figlio in fondo al mare... morta durante un viaggio fatto in condizioni disperate inseguendo il sogno di saziarsi almeno delle briciole che cadono dalle nostre tavole. Svegliamoci! Italia ed Europa svegliatevi! Questo non è un film, purtroppo, e non è giusto!
Francesco Bellusci, Balsorano (Aq)
Già, caro signor Bellusci, non è un film e non è giusto. E quell’abbraccio straziante di una madre al figlioletto in fondo al mare è giusto che ci commuova e che non ci dia tregua... Per far finire tutto questo dolore e tutta questa ingiustizia c’è un solo modo: esautorare i cinici, violenti e rapaci trafficanti di essere umani, aprendo “strade” ufficiali, regolari e ben regolate per i profughi e per i migranti. Corridoi umanitari per coloro che hanno diritto all’asilo, percorsi civili e, dunque, sicuri per i “migranti economici”, che non sono criminali, ma persone e lavoratori proprio come noi. E come i nostri figli, che emigrano ancora oggi per motivi economici o anche solo per libertà.