Caro direttore,
negli ultimi tempi, riviste e i giornali (cattolici e no) hanno dedicato molto spazio alla partecipazione del Papa all’inaugurazione delle manifestazioni per i 500 anni della Riforma protestante. Conosco abbastanza bene quel mondo, avendo avuto modo anche di prestare servizio di organista in una parrocchia luterana e pertanto condivido pienamente l’idea che sia necessario rafforzare sempre più un dialogo fraterno che valorizzi le nostre basi comuni e tutto ciò che ci unisce (ed è molto). Bellissimo anche l’invito del Santo Padre a tutti coloro che si richiamano a Cristo affinché collaborino assieme per mettere in pratica delle concrete attività di aiuto ai più bisognosi. Se i mass media hanno in genere ben evidenziato questi aspetti, ho però notato poca chiarezza nel rammentare che vi sono questioni che ancora ci dividono (e non sono poche) così come sui lati oscuri che comunque caratterizzano la figura di Lutero (oltre alle posizioni dottrinali per noi inaccettabili, mi riferisco ad esempio al linguaggio violento, al feroce antisemitismo, alla totale chiusura dogmatica e alle finalità divisive). Se è vero che dobbiamo superare gli atteggiamenti inquisitori, è ancor più vero che non si può pensare di costruire qualcosa di positivo basandosi su ricostruzioni inesatte e lacunose. Un’informazione errata o parziale finisce, infatti, per essere fonte di equivoci e per alimentare pericolosi luoghi comuni che, soprattutto fra i meno informati (purtroppo, la maggioranza!) spesso diventano certezze indiscusse. Penso in particolare a tre pericolose affermazioni che stanno trovando una sempre maggior diffusione: 1) alla fine, tutte le confessioni cristiane più o meno si equivalgono tanto che essere cattolici, luterani, anglicani, valdesi, ortodossi..., dipende solo da ragioni geografiche o familiari; 2) per essere buoni cristiani è sufficiente un’adesione “fai da te” ad alcuni principi base in qualche modo genericamente riconducibili al Vangelo; 3) anche verso la Riforma, la Chiesa Cattolica ha sbagliato tutto (come sempre!) e aveva ragione Lutero. Noto che i fratelli protestanti sono molto più attenti nel sottolineare sempre con la dovuta precisione le rispettive posizioni tanto che il teologo valdese Eric Noffke ha recentemente dichiarato: «I quattro “sola” identificati da Lutero sono quattro capisaldi che ci distinguono chiaramente dal cattolicesimo ». Penso che sarebbe opportuno che anche noi ricordassimo più spesso e senza falsi timori i nostri capisaldi per i quali crediamo in una sola Chiesa, santa, cattolica e apostolica e nella sua dottrina. Altrimenti non sarebbe semplice spiegare ai nostri figli perché dobbiamo sforzarci di seguire i precetti del Cattolicesimo invece di aderire a una delle 237 (sic!) confessioni protestanti del solo Nord America, magari cambiandola secondo l’opinione del momento. Mi complimento per il vostro lavoro, con cordialità
Lorenzo Marzona, Spilimbergo (Pn)
So, caro amico, che lei è musicista e avvocato. Dunque conosce bene sia il valore della “misura”, cioè della fedeltà e della giusta regola, sia quello della totale gratuità della bellezza donata e della carità fraterna. Per questo le dico – certo che mi capirà – che anch’io credo che ai cattolici spetti og- gi più che mai il compito di essere consapevolmente saldi nella fede eppure aperti ai fratelli per realizzare il compito di unità che Cristo stesso ha affidato a coloro che lo seguono. Credo che sia questa l’«attraenza» evangelica ed evangelizzatrice, edificante e riunificante, della quale il Papa ci chiama a essere capaci.
Marco Tarquinio
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