Gentile direttore,siamo la classe 3ª C della scuola secondaria di primo grado “G. Nicoli” di Settimo Torinese. Vogliamo far conoscere a più persone possibili, anche tramite i giornali, quello che ci è successo lo scorso anno scolastico. Per continuare il lavoro svolto da nostri compagni di sezione degli anni precedenti contro la diffusione del gioco d’azzardo (la classe in questione aveva addirittura proposto un ordine del giorno al Consiglio comunale cittadino, a cui aveva poi partecipato, guidando la discussione sulle concrete iniziative da prendere contro l’azzardo), abbiamo scritto una lettera ai presidenti di Rai, Mediaset e La 7 dove ci lamentavamo dell’eccessiva presenza di pubblicità su tutte le reti nelle quali appaiono anche personaggi famosi – come i calciatori – che invogliavano a giocare d’azzardo. Per noi sono da eliminare perché sappiamo quanto male fa il gioco d’azzardo. Sono passati i mesi e, pur essendo ritornate firmate le cartoline delle raccomandate, non abbiamo ricevuto risposta da nessuno dei responsabili delle grandi televisioni italiane. Con le professoresse ci siamo allora posti delle domande. Non siamo importanti noi, ragazzi, agli occhi dei capi delle tv? Non meritiamo nemmeno la risposta “Scusate, ma non abbiamo tempo...”? L’argomento azzardo trattato nella lettera non interessa? La conclusione che abbiamo tirato è che non siamo abbastanza potenti! Ma è triste vedere che degli adulti in posti importanti non riescono o trovare il tempo per rispondere a una classe su un tema che nella nostra scuola viene affrontato sistematicamente da anni e con l’ausilio di esperti (tra i quali un operatore della Caritas diocesana). Che fiducia possiamo avere negli adulti se non ci considerano? Noi abbiamo imparato che dobbiamo far riferimento a genitori, insegnanti, allenatori sportivi, animatori di parrocchia per difenderci dai pericoli di azzardo, bullismo, truffe... E dunque la non-risposta ci dà fastidio. Grazie, direttore, per averci letto.
Sabrina, Giulia, Alessio, Lorenzo B., Alessia, Maria, Umberto, Simone, Steve, Andrea, Giorgia, Elisa, Rachele, Martina, Lorenzo V., Giorgia, Noemi, Mattia, Maria Kristell, Chiara, Francesco G., Matteo, Francesco B., Lucacon le docenti Orsola Marina Morabito e Maria Luisa Forasacco, Settimo Torinese
Cari ragazzi e gentili professoresse, questa vostra lettera mi fa molto piacere, e non solo perché “Avvenire” conduce da anni la stessa disarmata ma tenace battaglia contro il dilagare dell’azzardo che con tanta consapevolezza, senso di solidarietà e spirito civico avete ingaggiato anche nella vostra scuola. Tra le cose che proponiamo da tempo per rialzare gli argini anti-azzardo, che sono stati sistematicamente e disastrosamente abbattuti negli ultimi anni, al primo posto c’è proprio la richiesta di fermare completamente la pubblicità, in qualunque forma, di qualsiasi “gioco” che gioco non è, perché l’azzardo è la negazione del gioco e diventa una catena mortificante e infernale per tutti quelli che se ne fanno attrarre. Sì, bisogna fermare la macchina pubblicitaria. Per cominciare a liberare l’immaginario collettivo dall’invadenza dei simboli, dei modi di dire, delle mezze verità e delle menzogne tutte intere che caratterizzano Azzardopoli. E per liberare finalmente i mass media dal condizionamento di una lobby potente e molto “protetta”, più ancora che da pezzi del mondo politico ammalato di miopia e di indifferenza ai modi con cui si “fa cassa”, dall’altrettanto potente burocrazia statale che dovrebbe tenerla a bada e che purtroppo continua a dimostrarsi una solerte alleata di quanti guadagnano sulla debolezza dei tanti (soprattutto poveri!) che vengono indotti a tentare stupidamente (e inutilmente) la sorte. Lo stesso serio stop, del resto, è già stato dato alla pubblicità del tabacco e dei superalcolici, e posso confermarvi che l’azzardo legale – dalla scommesse ai gratta-e-vinci e alle slot machine ai mangiasoldi online – fa almeno altrettanto vittime e produce danni economici, sociali e morali ancora più gravi, senza peraltro riuscire mai a recidere del tutto le connessioni con mondo dell’illegalità e, purtroppo, della criminalità vera e propria (il dossier che alimentiamo anche sul nostro sito internet [ http://tinyurl.com/zx75rvj ] lo documenta continuamente a suon di dati, casi drammatici, inchieste e sentenze giudiziarie, provvedimenti di confisca, analisi della Banca d’Italia, studi di economisti, di sociologi e di psicologi).Detto questo, devo aggiungere di essere stato molto colpito anch’io dal fatto che la vostra lettera-appello ai vertici dei grandi gruppi televisivi italiani sia stata considerata degna solo di silenzio. La cosa, conoscendo personalmente alcuni dei personaggi che avete interpellato e le loro qualità umane e professionali, mi ha piuttosto stupito. Non si tratta di persone insensibili e distratte. So però che è assai difficile dire “no” alla pubblicità dell’azzardo, soprattutto in una fase terribilmente complicata come quella che tutto il settore editoriale sta attraversando. Noi di “Avvenire” lo facciamo da tempo, pagando il prezzo di questa scelta, sostenuti e – ancor più – incoraggiati dal nostro editore. Altri no. E me ne dispiace per i colleghi giornalisti di altre testate, di stampa e di radio e televisione, che vorrebbero far luce sulla devastante piaga dell’azzardo e offrire a loro volta una giusta informazione, ma non ci riescono pienamente. Tuttavia, rinunciare all’ascolto e al dialogo con un gruppo di giovani cittadini che a scuola, aiutati dai loro insegnanti e da altri esperti, aprono gli occhi sui problemi veri della nostra società mi sembrerebbe una cosa senza senso. Vi auguro, perciò, di ricevere presto almeno una risposta di cortesia. Magari, però, allargate il giro e scrivete anche ad altre tv – a cominciare da Tv2000, tanto per darvi un consiglio davvero utile, che come noi non fa pubblicità all’azzardo e ne svela e risvela il trucco cattivo –, vedrete che troverete ascolto... Intanto, assieme agli amici e colleghi che lavorano con me in questo giornale, io vi ringrazio, applaudo il vostro impegno e la bella determinazione con cui lo portate avanti e vi saluto con grande cordialità.