Leggo con la sua stessa amarezza questa testimonianza sugli effetti del radicale ridimensionamento del Servizio postale universale che viene purtroppo condotto sistematicamente in Italia. Una scelta grave, che procede tra inqualificabili trascuratezze nei confronti dei cittadini e deliberate scelte manageriali che portano lontanissimo – come il Parlamento europeo ha da poco ricordato con un voto a larga maggioranza – dagli standard che dovrebbero essere garantiti all’interno della Ue. Noi tutti continuiamo a sperare che il servizio postale torni a livelli decenti, e a impegnarci strenuamente per portare attraverso tutti i canali disponibili “Avvenire” ai suoi lettori. Grazie, gentile e caro amico, per la sua tenace “resistenza” in edicola!
Caro direttore,
le scrivo con amarezza. Pensi che soltanto ieri, 3 ottobre, ho finalmente ricevuto la corrispondenza di due intere settimane. Da tempo il servizio postale è così malridotto. Anche bollette di gas, luce, telefono, a volte mi sono giunte a tempo già scaduto... Sono abbonato di “Avvenire” sin dai primi anni Settanta, quando la corrispondenza veniva recapitata quotidianamente. Poi, mi sono abbonato con coupon e ritiro in edicola. Da quando sono in pensione, preferisco prendere il nostro giornale semplicemente in edicola. Ma questo solo perché il sistema postale è diventato un’opzione impossibile. Cordialità da un lettore fedele da oltre 40 anni.
Dino Montanaro - Ostuni
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