Gentile direttore,ispirato dalla «parabola cordiale» al femminile – parole sue – di domenica 25 settembre, condivido anche io la mia. Sono prete da soli due anni, in Friuli, originario piemontese. A casa ci sono mamma e papà. Tre volte all’anno riesco a raggiungere la mia famiglia e trascorrere del tempo con loro: per fortuna abitano in un paesino della provincia quindi possono vivere – nonostante gli acciacchi dell’età, insieme a parenti, amici e compaesani – la vita sana della nostra Italia, che nonostante tutto c’è ancora. Negli ultimi anni il mio babbo ha stretto amicizia con un signore maghrebino e di conseguenza con la sua famiglia; si aiutano nei lavori di campagna e condividono anche la semplice esperienza del bar o di qualche cena. Ebbene proprio quando mi trovavo a casa per il riposo estivo, più o meno in coincidenza dei fatti di Rouen, che come sacerdote ho vissuto con angoscia e sofferenza, si è pensato in casa di organizzare una grigliata con questi amici di origine straniera. Sono sincero e con vergogna ammetto che non ero molto ben disposto a condividere questo pasto. Poi ha prevalso il senso di responsabilità e l’amore che provo per la mia famiglia, quindi il rispetto della loro vita quotidiana e del mio essere prete. È stato un pranzo delicato, semplice, simpatico: carne di maiale e manzo per noi, pollo per questi amici e verdure grigliate per tutti. I bimbi, uno piccolo piccolo e uno più grandicello giocoso e birbone come tutti i bimbi. Il sorriso timido ma solare di una donna e madre che allattava il piccolo con discrezione, con il velo e poche parole. Non abbiamo parlato di religione o fede. È esattamente come le ha scritto la signora Elisabetta Musitelli domenica scorsa: «Un po’ di gentilezza, ascolto, conoscenza e fiducia» possono fare piccoli e grandi miracoli. Basta volerlo. Un saluto e un abbraccio ai lettori di “Avvenire”.
Grazie, gentile e caro padre Lorenzo, di questa nuova, semplice e coinvolgente «parabola cordiale» e di altre parole preziose e utili, che tengo per me. Come un incitamento e una benedizione.