Gentile direttore,
bambini piccoli che dormono all’addiaccio, donne incinte stremate, uomini disperati. Reti, fili spinati, idranti e muri. Queste le immagini che raccontano cos’è diventata l’Europa. Un’Europa che nega i diritti, al confine tra Lituania, Polonia e Bielorussia, e che ancora una volta sceglie di chiudere gli occhi e voltarsi dall’altra parte. Come ha ricordato il Capo dello Stato Mattarella, «è sorprendente il divario tra i grandi principi proclamati dai padri fondatori dell’Ue e il non tenere conto della fame e del freddo a cui sono esposti essere umani ai confini dell’Unione europea». Eppure, oggi le parole per enunciare quei principi sono sostituite da altre: separare, dividere, respingere l’indesiderato. Il grido ignorato di un’umanità disperata.
Com’è possibile che nel 2021, nell’Europa premio Nobel per la Pace, si assista a una così massiccia e violenta chiusura nei confronti di persone inermi, donne, uomini e bambini allo stremo per la fame e il freddo, fuggiti da guerre, conflitti, violenze, povertà estrema? Ciò che sta accadendo in quella striscia di frontiera è un tradimento dei valori fondanti dell’Unione Europea che, vale la pena ricordarlo, sono rispetto della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Da tempo, purtroppo, la difesa dei confini esterni dell’Europa, sembra avere priorità anche sul rispetto dei diritti e della protezione delle persone, portata avanti a qualunque costo, anche a fronte delle continue tragedie nel Mediterraneo e lungo i confini terrestri, e in modo violento, come è successo martedì quando la polizia polacca ha respinto con gas lacrimogeni e idranti un gruppo di migranti che aveva tentato di entrare in Polonia e come spesso accade su altri fronti, come alla frontiera con i Balcani. Gli esseri umani oggi valgono meno di una frontiera.
Liliana Segre ha affermato che «L’indifferenza è più colpevole della violenza stessa. È l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte: succede anche oggi verso il razzismo e altri orrori del mondo. La memoria vale proprio come vaccino contro l’indifferenza». Davanti alla violenta opposizione di uno Stato membro e all’immobilismo dell’Europa, la società civile richiama ancora una volta il rispetto del diritto internazionale. La storia dei cittadini polacchi che accendono luci verdi per segnalare ospitalità e aiuto ai migranti che riescono a passare il confine con la Bielorussia conferma che l’Europa è pronta e capace di mostrare speranza, umanità, solidarietà. Oggi, come molti anni fa, vogliamo continuare a lasciare accese le luci su queste violenze inaccettabili, che colpiscono bambine, bambini, donne e uomini che sono bloccati dietro i fili spinati e che gravano sulle coscienze di tutti noi. A noi dunque il compito di alzare la voce e gridare la nostra indignazione. Quello delle lanterne verdi non è solo un gesto simbolico che sta popolando i social, ma è un segno di vicinanza e di responsabilità di tutti coloro che non vogliono essere indifferenti, ma intendono restare umani.
La speranza che non vogliamo spegnere. Per questo lanciamo un appello alla società civile e alle altre organizzazioni a condividere questo gesto e questa battaglia, che Avvenire ha lanciato con grande coraggio. Noi non ci voltiamo dall’altra parte e lasceremo accesa sui nostri canali social la lanterna verde per chiedere all’Europa di accogliere queste persone. La protezione e l’accoglienza delle persone, a maggior ragione se vulnerabili come i bambini, non può essere sacrificata mai sull’altare di logiche e interessi politici. Accendiamo una luce sui canali social, usando gli hashtag #greenlight e #lanterneverdi e taggando su Twitter @luigidimaio @Palazzo_ Chigi @EUCouncil @EU_Commission
Direttrice generale di Save The Children