Caro direttore,
condivido in pieno quanto ha scritto su “Avvenire” Eugenio Mazzarella a proposito della condanna del sindaco di Riace. Aggiungo un particolare. Se la memoria non mi inganna (cosa possibilissima, dato che sto per compiere 90 anni), fin dall’inizio gli inquirenti hanno escluso che egli abbia intascato un solo euro dei soldi ricevuti per assistere gli immigrati. Quindi, tutte le somme ricevute dalla Ue e dalle nostre istituzioni li ha spesi per dare un futuro a molte famiglie di immigrati e per ridare vita al suo paese, che si avviava verso un irreversibile declino. Non avrà, probabilmente, rispettato alla lettera le norme di legge (ma «la lettera uccide», ci insegna san Paolo!); meritava, comunque, un premio per quello che ha fatto, non il duro trattamento che gli è stato riservato. Per me è chiaro che ha agito in buona fede. Non sono un esperto di diritto, ma ho letto, più volte, di persone assolte «per mancanza di dolo»: è questa la sentenza che mi aspettavo per Mimmo Lucano! Desidero inviare anch’io in suo favore un contributo economico, ma è per me un grosso problema andare in banca. Sarei grato agli organizzatori della colletta se mi dessero la possibilità di farlo comunque. Ringrazio lei e i suoi collaboratori per il lavoro straordinariamente utile che fate per noi lettori.

Alberto Palmas Sassari

Grazie a lei, gentile e caro amico, per ciò che mi scrive, per la sua lucida passione cristiana e civile, per la generosità. So che ha già trovato il modo per dare il suo contributo all’iniziativa si solidarietà “Per Mimmo”. Che è stata lanciata dai promotori per creare una sorta di “rete di protezione” per un uomo che non si è messo in tasca un centesimo e che è ora sotto la spada di Damocle di una sanzione pecuniaria pesante come la condanna penale di primo grado. Spero anch’io che l’una e l’altra vengano riformate in appello. E che i fondi raccolti per sostenerlo possano essere indirizzati per la buona causa dell’umana accoglienza.