Caro direttore,
in relazione alla rubrica da Niamey di Mauro Armanino, dedicata alla missione del ministro Di Maio in Niger, desidero precisare che – proprio per valorizzare il lavoro dei cooperanti in un Paese così difficile come il Niger – durante la sua recente e breve visita il ministro si è personalmente recato presso la locale sede dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). In tale occasione, egli ha avuto modo di incontrare e incoraggiare lo staff locale dell’organizzazione e, in particolare, le tre giovani funzionarie italiane che vi prestano servizio. Il ministro Di Maio ha inoltre avuto colloqui con una famiglia di rifugiati e con due ragazze vittime di tratta, in procinto di venire in Italia grazie ai corridoi umanitari organizzati dal nostro Paese.
Tiziana D’Angelo, Servizio per la Stampa e la Comunicazione Istituzionale Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Prendo volentieri atto, cara collega, della sottolineatura della Farnesina sull’incontro del ministro Di Maio con i vertici di Unhcr in Niger. Questo appuntamento era annunciato nel programma ufficiale della visita, annunciato invece non era – e sinora non è stato reso noto – l’importante incontro con alcune delle persone oggi rifugiate a Niamey. Saluto, poi, con gioia la notizia di un prossimo riaprirsi dei corridoi umanitari dal Paese saheliano resi possibili dalla collaborazione tra Cei, attraverso la Caritas, Comunità di Sant’Egidio e Governo italiano. Ricordo solo che padre Mauro Armanino, missionario in Africa da molti anni, ha scritto di non aver potuto incontrare il ministro Di Maio come gli altri (pochi) missionari presenti in Niger e un piccolo gruppo di persone «dedite a lenire le sofferenze» di uomini e donne in migrazione.