A cosa serve l'economia nel mondo degli uomini
venerdì 23 giugno 2017

Caro direttore,
mi permetta questo incipit: « ... vago solitario in un mondo che mi è estraneo… », da una bellissima poesia del nostro conterraneo Marco Budai: queste parole riassumono le tensioni e le inquietudini, che il momento attuale infligge alle sensibilità più acute. Sempre più trascinati, tra inerzia e passività, in una economia pervasiva dove il mercato, con le sue motivazioni, guida ogni passo del nostro vivere giorno per giorno. Ogni inizio di trasmissione televisiva o radiofonica annuncia i valori di Borsa, il calo o la crescita del Pil, quasi che il nostro agire immediato si governi dentro le istantanee informazioni economiche. Facciamo fatica a governarci le piccole spiritualità personali, perché siamo sempre più ingombrati da merce di ogni specie e fattura. Vale la pena ricordare quanta ragione aveva Matilde Serao, che chiosando gli interessi scriveva: « ... le loro opinioni economiche non mi interessano, solo i loro sentimenti morali mi interessano». Come sottolinea il Vangelo di Marco 2,23 «il sabato è stato fatto per gli uomini, non gli uomini per il sabato»; potremmo parafrasare: «L’economia è stata fatta per gli uomini, non gli uomini per l’economia».

Giuseppe Marcuzzi Aiello del Friuli (Ud)

Grazie, caro amico. È quello che, alla lettera, anch’io dico e scrivo da una vita. E che cerco di far argomentare sulle pagine di questo giornale: quella che chiamiamo economia serve a far più degna e felice la vita delle persone e dei popoli, ogni volta che così non è, il tradimento è terribile.

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