giovedì 12 ottobre 2023
Nell’immaginario gli “indiani d’America” sono rimasti fermi a quelli di un secolo e mezzo fa, un eterno Far west. Un itinerario fotografico e antropologico nella contemporaneità dei Lakota
Un momento del powwow di Allen, tipico raduno dei nativi del SudDakota

Un momento del powwow di Allen, tipico raduno dei nativi del SudDakota - Alessio Vissani

COMMENTA E CONDIVIDI

Cosa vuol dire essere un Lakota oggi? In Unbreakable. Una storia Lakota (Postcart, pagine 208, euro 35,00) è possibile scoprirlo grazie alle immagini del fotografo Alessio Vissani (che firma l’articolo in questa pagina, oltre alla immagini), il racconto dell’antropologo Alessio Martella e le illustrazioni di Ivan Cavini. Partendo dalle terre dell’Ovest, le sacre Colline Nere, questo ampio volume conduce attraverso il Sud Dakota, il Wyoming, il Montana e il Nebraska, mescolando una narrazione tipica dei reportage con un viaggio nello spirito.

Un Lakota, un Indiano d’America delle praterie, non viaggia solo nello spazio, il suo modo di viaggiare attraversa il tempo, la sua anima, ma soprattutto la storia del suo popolo. La storia dei nativi americani è fatta da incertezze, paure, ma anche molta speranza e resilienza e ancora oggi, nonostante la nuova consapevolezza che si cerca di instaurare, in occidente siamo ancora pieni di stereotipi. Il viaggio del progetto Unbreakable è un cammino in primo luogo guardato dagli occhi dei Lakota stessi e solo poi attraverso quello di tre viaggiatori bianchi. Un progetto che nasce da molto lontano e che si è sviluppato nelle praterie dei grandi Indiani d’America, grazie all’occasione unica di aver vissuto con loro mesi all’interno della comunità, della loro quotidianità, dei lori riti con lo scopo, come i vecchi fotografi di frontiera, di far comprendere cosa vuol dire essere Lakota oggi e appartenere allo stesso popolo di Toro Seduto, Cavallo Pazzo e Nuvola Rossa, senza filtri e preconcetti classici.

Tipiche strutture a cono di Thipi

Tipiche strutture a cono di Thipi - Alessio Vissani

Ed è proprio da una data simbolo che si è deciso di far cadere i primi pregiudizi. Il 12 ottobre è una data che nella storia d’America ha un’importanza centrale perché celebra la ricorrenza del Columbus Day, il giorno di approdo di Cristoforo Colombo nel “Nuovo Mondo”. Storicamente gli Stati Uniti sono da sempre divisi su questa giornata: da una parte molti americani bianchi e i vari immigrati riconoscono in Colombo uno dei più grandi esploratori di sempre, dall’altra i popoli nativi considerano quell’evento il primo di innumerevoli battaglie e soprusi della loro storia.

Joe Biden nel 2021 decise di proclamare una festività federale dedicandola ai popoli indigeni, trasformando il Columbus Day in Indigenous Peoples’ Day, tuttavia gli stereotipi che circondano i grandi popoli delle pianure ancora oggi sono moltissimi ed è per questo che si è deciso di far uscire in prevendita il progetto Unbreakable proprio in questa data.

Joseph Brings Plenty Sr. mentre si appresta a officiare una cerimonia nel campo di Red Scaffold

Joseph Brings Plenty Sr. mentre si appresta a officiare una cerimonia nel campo di Red Scaffold - Alessio Vissani

Partendo dalle terre dell’ovest, le sacre Colline Nere, questa avventura ci conduce attraverso il Sud Dakota, Wyoming, Montana e Nebraska, mescolando una narrazione tipica dei reportage con un viaggio nello spirito e coloro che sfoglieranno le immagini di questo volume si potranno immergere nel mondo Lakota come una preghiera. Insieme alle fotografie di questo reportage, il racconto dell’antropologo Alessio Martella e i disegni dell’illustratore Ivan Cavini completano al meglio un viaggio a 360° nel quale si riuscirà a comprendere sotto ogni sfaccettatura i Lakota Sioux. «Questo libro – afferma l’antropologo autore dei testi Alessio Martella – è il nostro modo di ricambiare il dono che la cultura, gli uomini e le donne Lakota ci hanno fatto in tanti anni della nostra vita».

I Lakota Sioux sono ancora una ferita aperta nella coscienza degli americani e del governo, a molti non piacciono e in pratica si finge che non esistano. Il cinema hollywoodiano continua a mostrarci gli Indiani di 150 anni fa, anche se da alcuni anni la situazione sta cambiando e la gente comune spesso si chiede “ma vivono ancora nei thipi?”, “esistono ancora le Riserve?”. Tutte domande alle quali Unbreakable cerca di rispondere. Un popolo invisibile, ma indistruttibile, che mantiene viva la tradizione e la storia vivendo in armonia con la Madre Terra.

Richard Giago con uno dei suoi archi

Richard Giago con uno dei suoi archi - Alessio Vissani

Ci sono episodi incredibili di famiglie che nelle tradizioni dei loro avi ricreano un presente tramandando i valori delle tribù che popolavano le praterie; c’è Richard Giago, tra i migliori costruttori di archi e frecce, che gestisce un ranch dove ha imparato a tirare con l’arco da cavallo e a fare ippoterapia insieme ai più giovani; c’è Julee Richard che, con il suo pick-up, organizza ronde per arginare il commercio di metanfetamina nella riserva di Pine Ridge; c’è Joe Brings Plenty che con la sua palestra di boxe a Cheyenne River alleva nuovi guerrieri e, soprattutto, toglie i giovani dalla strada e insegna loro le basi dell’etica sportiva unita alla spiritualità. «Abbiamo compiuto migliaia di chilometri lungo quattro stati – conclude l’illustratore Ivan Cavini – viaggiando all’interno delle riserve di Rosebud, Pine Ridge e Cheyenne River (e tante altre), ma soprattutto abbiamo vissuto la quotidianità all’interno dei vari campi Lakota. Un onore averla vissuta in prima persona e ancor di più averla documentata con le nostre arti come l’illustrazione, la fotografia e la parola, all’interno di Unbreakable».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: