Visita a sorpresa oggi pomeriggio di papa Francesco al Presidio sanitario solidale in piazza San Pietro. Sono passate da poco le 16 quando una talare bianca spunta dal colonnato, dal lato del Braccio di Carlo Magno, accompagnato solo da monsignor Rino Fisichella, per portare un saluto e una benedizione ai poveri che vengono a farsi visitare in questo prefabbricato allestito anche quest’anno per una settimana - fino a domenica 18 seconda Giornata Mondiale dei Poveri - nell’emiciclo sinistro di Piazza San Pietro.
Una visita non annunciata e informale. Sulla piazza c’è il solito via vai di turisti e pellegrini di tutto il mondo. Una signora francese chiede ai tre cronisti in attesa davanti all’ambulatorio: «Ma aspettate qualcuno di importante?». Eccolo. Francesco si avvicina a piedi, alla sua sinistra c’è l'arcivescovo Fisichella presidente il Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Saluta qualche turista e pellegrino sorpreso dall’incontro, una suora di colore gli si avvicina incredula e gli stringe la mano.
Francesco sale i pochi gradini del prefabbricato, stringe la mano a qualche ospite, poi entra nell’atrio. Ci sono le crocerossine, addette al triage, che selezionano i pazienti e li indirizzano nei diversi ambulatori. Oltre ai medici di medicina generale, dalle 8 alle 22 ci sono tutti gli specialisti: cardiologi, infettivologi, ginecologi, podologi, dermatologi, reumatologi, oculisti. C’è anche il laboratorio per i prelievi e le analisi cliniche. Dopo la diagnosi i medici consegnano anche i farmaci. Il personale viene a turno da diverse strutture sanitarie romane: Gemelli, Tor Vergata, Bios Spa, onlus Roma Cares, San Giovanni Addolorata, Ordine di Malta oltre alla direzione sanità e igiene del Vaticano. Lo scorso anno la struttura ha offerto oltre 600 visite. Scoprendo in alcuni casi patologie gravi di persone fragili che alle durezze della vita di strada sommano le difficoltà di accedere alle strutture sanitarie pubbliche. Non sempre accoglienti e disponibili come questa.
Al Papa, nell’atrio, si avvicina un giovanottone africano che gli parla in spagnolo gli chiede una foto ricordo assieme ad alcuni compagni. Francesco va avanti, imbocca il corridoio e si affaccia nei piccoli studi. Saluta i medici, tonaca bianca tra camici bianchi. Quando torna indietro, un giovane col pizzo, infagottato in un piumino troppo largo, lo ferma. Il Papa lo ascolta, chiama accanto a sé monsignor Fisichella. Poi saluta. Per tutti ha un sorriso e una parola, a ciascuno fa dare un rosario.
Francesco riscende i gradini e si avvìa tra qualche «Viva il papa!» e gli applausi. E sparisce nel colonnato silenziosamente com’è arrivato. Venti minuti che in molti, qui, ricorderanno a lungo. Domani sera, sabato a San Lorenzo fuori le Mura, veglia di preghiera dei volontari delle associazioni, veri operatori della Misericordia che li assistono quotidianamente, alle 20 per una veglia di preghiera. L’appuntamento per tutti, poveri e volontari, è domenica in San Pietro per la messa alle 10 presieduta dal Papa che celebrerà la Giornata mondiale dei poveri. Poi tutti a tavola, ospiti del Papa a pranzo nella vicina aula Paolo VI.