Il Cristo Redentore di Rio chiede aiuto per le inondazioni che hanno colpito il sud del Brasile per giorni. Un’immagine simbolo di una tragedia che ha causato ad oggi, 9 marzo, più di cento morti. È la peggiore calamità naturale che abbia mai interessato lo stato brasiliano del Rio Grande do Sul, con centinaia di persone ferite. Molti non hanno accesso all'acqua potabile o all'elettricità e nemmeno i mezzi per chiedere aiuto, con i servizi telefonici e internet inattivi in molte località. Sono 401 i comuni colpiti, ma a preoccupare è soprattutto la situazione nei dintorni di Porto Alegre, capitale di Rio Grande do Sul, dove più di 160mila persone sono costrette ad abbandonare le loro case.
L'alluvione a Rio Grande do Sul è «un monito per l'umanità» riguardo ai cambiamenti climatici. Lo ha sottolineando il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, aggiungendo che è necessario «tenere conto del fatto che la Terra è esigente». Il governo ha annunciato un investimento di 1,7 miliardi di real (312 milioni di euro) per la prevenzione di disastri naturali legati al rischio idrogeologico. L'importo fa parte di uno stanziamento di complessivi 18,3 miliardi di real (3,3 miliardi di euro) previsti per il nuovo Programma di accelerazione della crescita (Pac). L'investimento sarà destinato al miglioramento dei servizi di approvvigionamento idrico nelle aree rurali, messa in sicurezza nelle favelas e prevenzione dei disastri naturali. Del totale, 152 milioni di real sono destinati a lavori nello stato di Rio Grande do Sul. Lula ha affermato: «Avremo una dimensione di quello che è stato questo disastro climatico solo quando le acque si ritireranno e si tornerà alla normalità». Ma secondo alcune stime preliminari quasi 100mila case sono state danneggiate o distrutte, con perdite economiche superiori a 4,6 miliardi di reais (908 milioni di dollari).
Da fine aprile, è caduto sulla regione l'equivalente delle precipitazioni di tre mesi. Dodici dighe sono sotto pressione per l'aumento eccezionale dell'acqua nei bacini, gli stadi sono allagati, e l’aeroporto internazionale del capoluogo, Porto Alegre, resta chiuso. Secondo l’istituto idraulico dell’Università di Rio do Sul, potrebbero volerci 30 giorni prima che il lago Guaíba torni sotto il livello di esondazione e le acque che hanno allagato completamente Porto Alegre possano defluire dalle strade. Domenica 5 maggio il lago ha raggiunto il livello più alto della storia a 5,33 metri, superando il record del 1941. La città di Porto Alegre, dove vivono 1,3 milioni di abitanti, è in ginocchio. E la presenza costante di acqua stagnante in tutta la città il rischio della diffusione di malattie cresce costantemente. Inoltre, la città è isolata e i rifornimenti faticano ad arrivare perché le principali strade di accesso sono ancora bloccate. Nella maggior parte dei supermercati della città mancano acqua, latte, uova e generi di prima necessità.
Le perturbazioni hanno iniziato ad abbattersi Rio Grande do Sul il 27 aprile, e la situazione è precipitata il 2 maggio quando forti tempeste in arrivo dall’oceano si sono abbattute su un territorio già saturo d’acqua. Secondo gli esperti un fattore che ha contribuito alle alluvioni è stato il fenomeno climatico El Niño, che consiste nel riscaldamento delle acque del Pacifico centro-orientale di almeno 0,5 gradi per almeno 5 mesi.