"Tutti nascono originali, molti muoiono fotocopie". È una delle frasi pacate e fulminanti di Carlo Acutis, proclamato beato ad Assisi il 10 ottobre. Lui, come scrive Eugenio Bonanata su Vatican News è nato come tutti avendo ricevuto dei doni e crescendo, anche solo per un breve tratto di vita, non si è omologato ai suoi tempi. E' rimasto originale come sono le esistenze che quei doni li offrono al Donatore. La storia di Carlo emerge da quattro video della mini serie prodotta da Officina della Comunicazione in collaborazione con VatiVision. "Lo chiameremo beato" racconta infanzia e adolescenza, le parole e l'eredità lasciate dal giovane che il 10 ottobre sale agli altari. Avvenire.it, in collaborazione con VaticanNews, rilancia i 4 video.
Le immagini si basano su materiale audiovisivo messo a disposizione dalla famiglia e su alcune testimonianze, come quella del postulatore della causa di Beatificazione, Nicola Gori, e del parroco della chiesa milanese di Santa Maria Segreta, monsignor Gianfranco Poma.
Il primo video, qui presentato, introduttivo prende le mosse dai primissimi anni e mette a fuoco, per così dire, il fuoco che precocemente accende il cuore di Carlo Acutis, quello dell'Eucaristia. La sua è la normalità straordinaria di chi studia, gioca, vive spensierato, senza pose da "santino", e intanto avverte e si lascia sedurre dal fascino di Gesù. La prima Comunione ricevuta a soli sette anni, nel 1998, grazie a un permesso speciale concesso dalle autorità ecclesiastiche di Milano, rende visibile l'invisibile che si va accendendo in lui. Anche la Comunione quotidiana diventa normale e se lo studio glielo impedisce Carlo pratica la Comunione spirituale a casa dedicandosi costantemente all’adorazione eucaristica.
Il secondo video: la vita del beato e l'Eucaristia
Carlo Acutis ha compiuto una scelta davvero radicale incentrando la sua vita sull’Eucarestia. Per lui l’Ostia Consacrata rappresentava il viatico per entrare in comunione con Gesù in modo intimo e familiare. E lo sperimentava tutti i giorni questo amore per il Signore. Un amore che si traduceva nella preghiera per gli altri, ma anche in gesti concreti di carità a favore dei più bisognosi, dei poveri e dei senzatetto del suo quartiere, ai quali era solito portare cibo e soldi sottratti dalla paghetta settimanale. Ecco perché si parla di questo ragazzo in termini di testimone e apostolo dell’Eucarestia.
La seconda puntata della serie "Lo chiameremo beato" ricorda come Carlo Acutis abbia voluto condividere il più possibile questa gioiosa scoperta.
GUARDA LE CLIP SUCCESSIVE, puntate 3 e 4
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