lunedì 30 marzo 2020
Dal 1997 ospita e assiste piccoli stranieri in cura negli ospedali della Capitale. Mancano i fondi e il presidente lancia un appello: aiutateci
L'associazione Kim rischia la chiusura (e i bambini di restare senza cura)

Aiutano dal 1997 i bambini con gravi patologie, italiani e stranieri, a guarire o salvarsi. I volontari dell’”Associazione Kim onlus” si occupano – in completa gratuità – di accoglienza, tutela e ospedalizzazione di piccoli italiani o stranieri gravemente ammalati, che vivano in condizioni di disagio economico e sociale, spesso provenienti da Paesi in guerra o senza strutture sanitarie adeguate. Seguono i bambini, accompagnati dalle madri, in tutto il percorso: dalla richiesta d’aiuto all’ingresso in Italia se straniero, ai contatti con gli ospedali, sostenendo e ospitandoli nel suo centro di accoglienza. Fra gli amici dell’Associazione c’è l'ospedale pediatrico "Bambino Gesù” e il policlinico “Gemelli”, il “San Camillo” e l’Istituto nazionale tumori “Regina Elena” e tanti altri ospedali.

L’Associazione Kim però adesso ha paura di non farcela, il Covid colpisce anche indirettamente, perciò il suo presidente, Paolo Cespa, ha lanciato un appello, “aiutateci. Non per aiutare noi, ma per farlo con i più piccoli”. In questo momento assiste e segue nove piccoli, tre di loro sono stati operati e sono guariti, ma non sono potuti rientrare nei loro Paesi per l’urgenza coronavirus, gli altri nove hanno appena subito o devono subire operazioni per continuare a vivere o sono sotto chemioterapia.

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