martedì 15 novembre 2022
Ucraina colpita da 100 missili, due entro i confini polacchi con due vittime. Mosca: provocazione. Potrebbe essere stato un razzo colpito dalla contraerea. Zelensky al G20 con 10 proposte per la pace
Il missile caduto in Polonia

Il missile caduto in Polonia - Twitter

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La Nato è in stato di massima allerta per due missili russi caduti in Polonia provocando due morti dopo la pioggia di oltre 100 razzi che si è abbattuta nel pomeriggio sull'Ucraina nell'ennesima sfida di Vladimir Putin al mondo in pieno G20: sarebbe la prima volta che un Paese dell'Alleanza viene colpito direttamente nel conflitto. Mercoledì è stata convocata una riunione urgente degli ambasciatori dei Paesi membri presso alla Nato.

La notizia, anticipata da media polacchi e poi tedeschi, è stata confermata in un primo momento da un alto funzionario dell'intelligence americana citato dall'AP ma in serata erano febbrili i contatti e le consultazioni tra alleati per cercare di capire cosa sia successo esattamente in Polonia.

Il governo di Varsavia ha riunito un Consiglio di sicurezza d'emergenza per fare luce sull'accaduto, mentre il Pentagono ha assicurato che gli Stati Uniti "difenderanno ogni centimetro" del territorio dell'Alleanza nel caso la Polonia invocasse l'articolo 5, che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva. Secca la replica di Mosca: si tratta di voci che equivalgono ad una "provocazione", perché "i missili mostrati dai media polacchi non sono nostri", ha detto in serata il ministero della Difesa russo.

A Bali in giornata russi e ucraini avevano mostrato ai leader mondiali di portare avanti un dialogo tra sordi. Volodomyr Zelensky, in videocollegamento con il summit, ha proposto le sue dieci condizioni per sedersi a un tavolo, ma da Mosca il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha replicato che "l'operazione militare" sarebbe continuata. Perché è Kiev, ha aggiunto, che continua a "rifiutare i negoziati".

Dalle parole Mosca è passata ai fatti. E subito dopo che il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha lasciato Bali, i bombardieri di Putin hanno lanciato un attacco missilistico massiccio che ha colpito una decina tra città e distretti dell'Ucraina. Non solo Kiev ma anche Leopoli, al confine con la Polonia. In serata è arrivata la notizia che si temeva dall'inizio del conflitto: due missili sarebbero caduti sul villaggio polacco di Przewodow, vicino alla frontiera, uccidendo due persone. Nei caotici momenti successivi, sempre i media polacchi hanno ipotizzato che potrebbe trattarsi non di un errore di lancio da parte dei russi ma di un missile abbattuto dalla contraerea ucraina.

Nel peggiore degli scenari, la Polonia potrebbe anche invocare l'articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva. Il Pentagono, pur chiarendo di non aver conferma immediata dell'accaduto, ha assicurato che gli Stati Uniti "difenderanno ogni centimetro" dell'Alleanza. Anche i Baltici si sono detti pronti. A stretto giro, è arrivata la replica del ministero della difesa di Mosca, che ha parlato appunto di "una provocazione" mirata a provocare un'escalation, perché i resti ritrovati "non hanno nulla a che vedere con armamenti russi".

Gli oltre 100 missili russi lanciati su gran parte dell'Ucraina avevano colpito Kiev, Kharkiv e Leopoli, le tre grandi città lontane dall'epicentro dei combattimenti.

L'obiettivo principale del nemico, secondo Kiev, sono state ancora una volta le "infrastrutture critiche". Il risultato è stato che diverse regioni hanno subito interruzioni di corrente, sette milioni di case sono rimaste al buio, danni ingenti sono stati rilevati alla rete internet e della telefonia mobile. A Kiev metà dei residenti è senza luce e le bombe russe hanno centrato anche due palazzi, provocando almeno un morto.

Interruzioni di corrente si sono verificate anche in Moldavia.

Alla pioggia di raid sull'Ucraina Zelensky ha risposto assicurando che il suo Paese "sopravvivrà" e che Mosca "non raggiungerà i suoi obiettivi". E l'evoluzione del conflitto, almeno sul fronte meridionale, sembra per il momento dargli ragione. Dopo la riconquista di Kherson le sue truppe hanno continuato a spingere indietro i russi, che hanno abbandonato anche la città di Novaya Kakhovka, per spostarsi in aree più sicure dell'oblast. Secondo Kiev, adesso, il nemico ha ripiegato di una ventina di chilometri dalla linee che aveva attrezzato sulla riva orientale del Dnepr. Al tempo stesso si moltiplicano le incursioni ucraine in territorio russo, nella regione di Belgorod. Un bombardamento sulla città di Shebekino, a quattro chilometri dal confine, ha provocato la morte di due civili, ha denunciato il governatore.

I successi della controffensiva di Kiev sono stati confermati anche dall'Ue. "Hanno già recuperato il 50% dei territori occupati dalla Russia dal 24 febbraio", ha spiegato l'Alto rappresentante Josep Borrell al termine del Consiglio Difesa a cui hanno preso parte anche il ministro della Difesa ucraino, Andriy Zahorodniuk, ed il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.


Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky - Ansa

Zelensky al G20: in 10 punti la formula ucraina per la pace

Dieci condizioni per la pace. Una pace che sia sostanziale, non di facciata ma reale. A dirlo, intervenendo in video al G20 di Bali, è il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, volato in Indonesia al posto del presidente Vladimir Putin, è rimasto nella sala mentre Zelensky parlava. Allo stesso modo, quando è stato il turno di Lavrov tutti gli altri capi di Stato e di governo sono rimasti ad ascoltare.

Nel suo discorso Zelensky si è rivolto ai leader "del G19", con un'ostentata esclusione della Russia.

"Non vale la pena offrire all'Ucraina compromessi su sovranità, territorio e indipendenza" mette in chiaro Zelensky. "Rispettiamo le regole e siamo persone di parola. L'Ucraina è sempre stata leader negli sforzi per il mantenimento della pace e il mondo lo ha visto. Se la Russia dice che vuole porre fine a questa guerra, lo dimostri con le azioni", chiede. Perché "non permetteremo alla Russia di aspettare, costruire le sue forze e quindi iniziare una nuova serie di terrore e destabilizzazione globale. Non ci sarà una Minsk-3 (il riferimento è ai due falliti accordi di cessate il fuoco sullo status della regione orientale del Donbass, ndr) che la Russia violerà subito dopo l'accordo. Esiste una formula ucraina per la pace. Pace per l'Ucraina, l'Europa e il mondo. E c'è un insieme di soluzioni che possono essere attuate per garantire davvero la pace". Zelensky invita quindi i Grandi della Terra riuniti a Bali a lavorare per la pace "insieme a noi".

Queste le dieci condizioni che elenca: radiazioni e sicurezza nucleare; sicurezza alimentare; sicurezza energetica; liberazione di tutti i prigionieri e deportati; attuazione della Carta delle Nazioni Unite e ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina e dell'ordine mondiale; ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità; ripristinare la giustizia; anti-ecocidio; prevenzione dell'escalation; fissare la fine della guerra.

Al primo posto, dunque, c'è "la sicurezza nucleare", seguita dalla "sicurezza alimentare" e dalla "sicurezza energetica". "La quarta condizione è il rilascio di tutti i prigionieri e i deportati".

Al quinto punto, "l'attuazione della Carta delle Nazioni Unite e il ripristino dell'integrità territoriale dell'Ucraina e dell'ordine mondiale".

"La sesta sfida - ha evidenziato il presidente ucraino - è il ritiro delle truppe russe e la cessazione delle ostilità".

Al settimo punto c'è la "giustizia": "Abbiamo già proposto una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite riguardante un meccanismo di compensazione internazionale per i danni causati dalla guerra russa: vi chiediamo di attuarla".

L'ottavo punto, "l'ecocidio", è "la necessità di proteggere immediatamente l'ambiente".

Il nono punto "è la prevenzione dell'escalation: un rischio che esiste ancora e rimarrà finché la nostra sicurezza non sarà adeguatamente garantita. L'Ucraina non fa parte di nessuna alleanza. E la Russia ha potuto iniziare questa guerra proprio perché l'Ucraina è rimasta nella 'zona grigia' tra il mondo euro-atlantico e l'imperialismo russo".

All'ultimo posto "la conferma della fine della guerra".

"Quando tutte le misure antibelliche saranno state attuate, quando la sicurezza e la giustizia cominceranno a essere ristabilite, un documento che conferma la fine della guerra dovrà essere firmato dalle parti", ha concluso Zelensky.

Lavrov: condizioni "irrealistiche", Kiev ascolti di più gli occidentali

Il ministro degli Esteri russo ha detto che le condizioni di pace chieste da Kiev sono "irrealistiche e inadeguate". La Russia vuol vedere "fatti concreti e non parole". Zelensky, ha aggiunto, "non ascolta alcun consiglio degli occidentali sui negoziati con la Russia" e nel suo discorso ha dato prova di una "retorica russofobica e aggressiva".

"Per quanto riguarda le notizie secondo cui gli americani stanno preparando negoziati sull'Ucraina, queste voci spuntano costantemente e allo stesso tempo scompaiono, non le commentiamo più" ha detto in riferimento all'incontro di ieri in Turchia tra i capi delle intelligence di Usa e Russia, ufficialmente per parlare dei detenuti Usa a Mosca e delle minacce del Cremlino dell'uso del nucleare in Ucraina.

Infine Lavrov ha criticato il tentativo dei Paesi occidentali "di politicizzare" la dichiarazione finale del vertice del G20, cercando di imporre un linguaggio che "implicherebbe la condanna delle azioni della Russia da parte di tutto il G20, compresi noi".

Per il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, le dichiarazioni di Zelensky sul fatto che non ci sarà un accordo Minsk-3 "confermano la riluttanza" a negoziare. La Russia continua a perseguire i suoi obiettivi nell'operazione militare in Ucraina, ha detto, perché Kiev "rifiuta i negoziati".

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