venerdì 9 agosto 2024
Il "banchiere dei poveri" premio Nobel per la pace ha giurato da primo minstro ad interim. Dovrà guidare il Paese a elezioni democratiche. «Basta violenze contro le minoranze religiose»
Yunus all'arrivo a Dacca

Yunus all'arrivo a Dacca - Reuters

COMMENTA E CONDIVIDI

Per il Paese «è una seconda indipendenza. Oggi è un giorno glorioso per noi». Così l’economista Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace nel 2006, nel rientrare in patria dove ha giurato come primo ministro ad interim del Bangladesh. Una nomina che arriva dopo le proteste e l’intervento dell’esercito che hanno portato alla destituzione del governo di Sheikh Hasina. E proprio pensando alle vittime degli scontri, il “banchiere dei poveri” ha assicurato che il lor sacrificio non sarà vano. Yunus ha inoltre dichiarato che la sua prima priorità sarà quella di ripristinare «la legge e l'ordine», perché «non possiamo andare avanti se non risolviamo la situazione dell'ordine pubblico»., ha dichiarato alla stampa e ai sostenitori poco dopo il suo arrivo in Bangladesh.
Il giuramento di Yunus, a Dacca nelle mani del presidente Muhammad Shahabuddin, è stato trasmesso in diretta tv. «Sosterrò, appoggerò e proteggerò la Costituzione», ha detto l’84enne Yunus durante la cerimonia che arriva a concludere giorni terribili, nati dalla protesta pacifica degli studenti che chiedevano una più democratica modalità di accesso ai posti di lavoro nella pubblica amministrazione e culminati in tragici scontri con oltre 300 morti.
Yunus che si trovava in vacanza in Francia è stato richiamato in patria con il compito di guidare il governo per i prossimi 90 giorni e indire nuove elezioni democratiche. «È un giorno glorioso, una seconda indipendenza che ora dobbiamo proteggere», ha ribadito abbracciando il percorso fortemente voluto dai due soggetti protagonisti di questa rivolta vittoriosa: le organizzazioni studentesche e l’esercito. Non a caso, ad accoglierlo all'aeroporto sono stati i vertici delle forze armate e i leader del movimento degli studenti in grado con la loro fortissima mobilitazione, durata settimane, di cacciare in India l'ex premier Hasina, al potere da circa 15 anni. Fuori ad aspettarlo una folla festante, come riferisce la stampa locale. Un sentimento che il neo premier, ha accarezzato fin dal primo discorso rendendo omaggio ai giovani e citando in particolare Abu Sayeed, 25enne ucciso dalla polizia durante una protesta a Rangpur il 16 luglio. Poi l’inventore del microcredito si è rivolto al popolo del Bangladesh definendolo «una grande famiglia» ma condannando la violenza nei confronti delle minoranze religiose del Paese. «Il mio primo obiettivo è proteggere il paese dal disordine, dalla violenza in modo che possiamo seguire il percorso che i nostri studenti ci hanno mostrato. Non possiamo andare avanti - ha sottolineato - se non risolviamo la situazione dell'ordine pubblico». Quello della necessità di tutelare le minoranze religiose, è un chiaro messaggio di attenzione all'India, molto preoccupata dai continui attacchi alla comunità indù in Bangladesh. Tanto che a caldo, pochi minuti dopo il giuramento, il presidente Modi, ha subito benedetto il nuovo premier: «I miei migliori auguri al professor Muhammad Yunus per l'assunzione delle sue nuove responsabilità. L'India - ha scritto Modi su X - è impegnata a lavorare con il Bangladesh per soddisfare le aspirazioni condivise di entrambi i nostri popoli per la pace, la sicurezza e lo sviluppo». Dal canto loro gli Stati Uniti hanno dichiarato di essere pronti a collaborare per contribuire a stabilire un «futuro democratico» in Bangladesh. «Accogliamo con favore gli appelli del dottor Yunus a porre fine alle recenti violenze e siamo pronti a lavorare con il governo ad interim e il dottor Yunus mentre tracciano un futuro democratico per il popolo del Bangladesh» ha detto ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: