Violenti scontri a Gerusalemme - Ansa
È salito ad almeno 175 palestinesi e sei poliziotti israeliani il numero di persone ferite venerdì durante gli scontri avvenuti per lo più sulla Spianata delle Moschee, a Gerusalemme. Tensioni si sono verificate inoltre nel vicino quartiere di Sheikh Jarrah, dove le manifestazioni quotidiane contro il possibile sgombero delle famiglie palestinesi a favore dei coloni israeliani sono sfociate anche nei giorni scorsi in scontri con la polizia.
Decine di migliaia di fedeli si sono radunati nella Spinata delle Moschee - chiamato dagli ebrei il Monte del Tempio - per l'ultima grande preghiera del venerdì prima della fine del mese di Ramadan. E' a quel punto che sono scoppiati gli scontri tra i palestinesi, che hanno anche usato armi da fuoco, e la polizia israeliana, che ha lanciato granate assordanti e ha sparato ai manifestanti con proiettili di gomma.
Violenti scontri a Gerusalemme - Reuters
Almeno una dozzina i manifestanti feriti al volto. "Centinaia di rivoltosi hanno lanciato pietre, bottiglie e altri oggetti in direzione degli agenti che hanno reagito", ha detto la polizia israeliana, il cui portavoce, Wassem Badr, ha parlato di "disordini violenti". Gli scontri si sono verificati anche nel vicino quartiere di Sheikh Jarrah, dove le manifestazioni notturne quotidiane contro il possibile sgombero delle famiglie palestinesi a favore dei coloni israeliani sono sfociate nei giorni scorsi in scontri con la polizia. La Mezzaluna Rossa ha riferito che almeno quattro palestinesi sono rimasti feriti gravemente. Al momento una fragile calma sembra essere tornata a Gerusalemme Est.
Il presidente palestinese Abu Mazen, venerdì, ha additato Israele "come responsabile degli sviluppi pericolosi e degli attacchi" a Gerusalemme e "delle relative conseguenze". Lo riporta la Wafa. Abu Mazen ha poi invitato "la comunità internazionale ad assumersi tutte le sue responsabilità per fermare l'aggressione" contro i palestinesi" e "fornire protezione internazionale".
Violenti scontri a Gerusalemme - Reuters
Una tensione che impensierisce anche gli Stati Uniti, che ieri hanno lanciato un appello contro le violenze a Gerusalemme e per evitare lo sgombero dei palestinesi nel quartiere est della città. "Siamo profondamenti preoccupati per l'aumento delle tensioni a Gerusalemme", ha detto la portavoce del dipartimento di Stato Usa Jalina Porter, spiegando che si teme "per gli sfratti potenziali delle famiglie palestinesi" nel quartiere di Gerusalemme est, "molte delle quali vivono naturalmente nelle loro case da molte generazioni".
Violenti scontri a Gerusalemme - Reuters
"Negli ultimi giorni, le tensioni e le violenze nella Cisgiordania occupata, in particolare a Gerusalemme Est, sono aumentate pericolosamente. La scorsa notte abbiamo visto gravi scontri. La violenza e l'istigazione sono inaccettabili ed i responsabili di tutte le parti devono risponderne". Lo ha dichiarato il portavoce dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, Peter Stano, commentando le recenti tensioni tra israeliani e palestinesi.
"L'Unione Europea invita le autorità ad agire con urgenza per allentare le attuali tensioni a Gerusalemme. Gli atti di istigazione
intorno al Monte del Tempio/Haram al-Sharif devono essere evitati e lo status quo deve essere rispettato", ha aggiunto Stano, che ha quindi chiesto ai "leader politici e religiosi di tutte le parti di mostrare moderazione e responsabilità e fare ogni sforzo per calmare questa situazione instabile".
Anche il governo iraniano ha condannato con fermezza l' "attacco" definendolo "un crimine di guerra".