Il raccoglitore ad anelli che, aperto e appeso al collo, diventa un giubbotto antiproiettile - Dal sito del produttore Premier Body Armor
«Buona giornata di scuola, amore. Ricordati usare la cartellina blindata, perché la felpa antiproiettile è nel cesto da lavare». Potrebbe essere questo il saluto mattutino di una madre americana al figlio in partenza non per il fronte – ancora troppo giovane – bensì per l’asilo. Improbabile che possieda la felpa di ricambio, visto il costo: 450 dollari l’una. Ad alzare il sipario su questa surreale novità non è un giornaletto satirico bensì il New York Times, che dà conto di una fiera commerciale dedicata alla scolastica dove è esposto tutto l’occorrente per una classe blindata.
Alcuni prodotti sono stati disegnati da genitori, preoccupati di coniugare la sicurezza – intesa come il respingimento di colpi d’arma da fuoco – con design, colori e personaggi accattivanti. Ecco dunque lo zainetto per l’asilo a forma di guscio di tartaruga, che si trasforma in scudo respingente. Anche nelle versioni unicorno e dinosauro blu. Si può scegliere il livello di protezione: da pistola o da mitragliatore. Per i più grandi ci sono: zaino con schienale blindato; astuccio antiproiettile, da 185 dollari; cartellina blindata; raccoglitore ad anelli che, aperto e appeso al collo, diventa un corpetto; felpa con cappuccio che protegge «tutti gli organi vitali». Poi c’è l’offerta pensata per le scuole. Cattedre ribaltabili, che si trasformano in barricate. Lavagne in materiali d’uso militare. Speciali pellicole da applicare sui vetri. Persino rifugi da installare in un angolo dell’aula. Un distretto scolastico dell’Alabama ne ha comprati due, per 120 dollari.
Per qualcuno, sapere che la scuola è in grado di proteggere i ragazzi è rassicurante. «È come dotarsi di estintori» commenta Steven Lamkin, preside della Salisbury Christian School, in Maryland, che ha appeso dieci scudi vicino agli ingressi e assegnato lavagne antiproiettile a ogni aula. «Armateci piuttosto di libri, formatori e risorse» replica Randi Weingarten, presidente della Federazione americana insegnanti, che denuncia: «Invece di avere il coraggio di risolvere il problema, si monetizza la paura».
Nonostante le oltre 230 sparatorie a scuola in dieci anni, le ultime delle quali avvenute in piena campagna elettorale, non sembra che il tema appassioni i candidati in corsa per presidenziali del 5 novembre: né Kamala Harris né Donald Trump hanno preso impegni stringenti per regolamentare la vendita delle armi. Più intraprendente la lobby dei produttori, che si dimostra armata anche di fantasia. Come creativa è la proposta di un lettore del New York Times, che scrive nei commenti: se non si possono vietare le armi perché il Secondo emendamento tutela il diritto a portarle e usarle, basterebbe tassare i proiettili facendoli pagare 5mila dollari l’uno. In effetti, la Costituzione americana non li menziona.