Si aggrava drammaticamente il bilancio della sparatoria al concerto a Las Vegas, in Nevada: almeno 59 morti e 527 feriti. Le autorità fanno sapere il nome dell'uomo che ha aperto il fuoco sulla folla dall'alto di un edificio. Si tratta di Stephen Paddock, americano bianco di 64 anni.
Il Daesh, tramite il suo organo ufficiale di propaganda, l'agenzia Amaq, qualche ora dopo la strage l'ha rivendicata, sostenendo che Paddack si era convertito pochi mesi fa all'islam e ha agito «rispondendo alla richiesta di colpire i Paesi della coalizione». Ma fonti dell'amministrazione statunitense hanno precisato che «non c'è alcun segnale che indichi un legame del killer di Las Vegas con gruppi di terrorismo internazionale».
L'uomo è stato trovato morto dalla polizia al 32esimo piano del Mandalay Bay Casinò, accanto al quale si stava svolgendo il concerto. Per ore la polizia ha cercato una donna di 62 anni a lui legata, ma dopo averla contattata ha fatto sapere che «non è più ricercata come persona di interesse». Quella di Las Vegas è la «sparatoria più sanguinosa della storia americana», riporta la Cnn.
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel suo discorso alla nazione a poche ore dalla strage l'ha definita un «atto di pura malvagità» in un «giorno di choc e dolore per il nostro Paese» e non ha fatto riferimenti a legami terroristici. Trump ha fatto sapere che mercoledì visiterà Las Vegas e ha lanciato un appello per l'unità e la pace nel Paese.
Chi è il killer
L'autore della strage a Las Vegas è un 64enne bianco, Stephen Paddock. L'uomo risiedeva a Meqsuite, in Nevada, secondo alcuni media in una casa di riposo. Non aveva precedenti penali e non era mai stato segnalato. «Non abbiamo molto su Paddock. Abitava nella nostra città, ma non abbiamo avuto alcun contatto con lui, in passato» ha spiegato Quinn Averett, portavoce del dipartimento di polizia locale. Non risulta nulla nella banca dati della polizia: nessun arresto, nessuna telefonata contro di lui, nemmeno una multa stradale. Non aveva alcuna affiliazione politica o religiosa e «non c'era alcuna indicazione che potesse fare una cosa del genere» ha detto il fratello Eric Paddock intervistato dal Mail on line. «Era uno normale. Qualcosa deve essere successo, deve aver perso la testa, siamo scioccati». Eric vive a Orlando in Florida. I due non si sentivano spesso. Stephen si trovava in albergo, al Mandalay Bay, dal 28 settembre.
Mesquite è una tranquilla cittadina di circa 20.000 abitanti, un posto «di pensionati e golfisti», con tre grandi casinò e circa un omicidio all'anno, ha spiegato il capo della polizia. L'abitazione dell'uomo è stata perquisita. La polizia sta cercando anche due vecioli considerati di «interesse» per le indagini: una Hundai Tucson e una Chrisler Pacifica Tourung.
Raffiche sulla folla al concerto
Il fatto è avvenuto alle 22.30 di domenica sera (ora locale, le 4.30 di lunedì in Italia). Ventiduemila persone stavano assistendo a un concerto nel terzo giorno del Route 91 Harvest Festival, accanto al Mandalay Bay Casinò. All'improvviso dall'alto di uno dei tanti alberghi casinò della zona, è arrivata una raffica di spari. Testimoni hanno riferito che l'assalitore si è fermato, forse per ricaricare l'arma, prima di riprendere a sparare. Il cantante country Jason Aldean era sul palco e ha proseguito per 45 secondi prima di rendersi conto dell'accaduto e interrompere il concerto.
La polizia, arrivata in forze sul posto, ha fatto irruzione al 32esimo piano dell'albergo Mandalay Bay. Anche gli agenti delle Swat intervenuti sono stati presi di mira da colpi di arma da fuoco. Quando hanno fatto irruzione nella stanza, gli uomini delle forze di sicurezza hanno trovato l'assalitore morto suicida con almeno 10 armi da fuoco. Il traffico aereo all'aeroporto McCarran di Las Vegas, poco distante dalla zona dei casinò, è stato bloccato.
Lo sceriffo: non è un atto terroristico
In conferenza stampa lo sceriffo di Las Vegas, Joseph Lombardo, ha riferito che l'indagine è in corso ma gli inquirenti sono «convinti che l'aggressore primario in questo evento sia spirato, deceduto e non sia più una minaccia». «Riteniamo che si sia trattato di un'azione da lupo solitario». Lombardo ha ribadito che l'uomo ha agito da solo e che l'atto non sembra terroristico.
Il cordoglio del Papa
Papa Francesco è «profondamente rattristato» per «questa tragedia insensata». Nel telegramma inviato a nome del Pontefice dal Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, a monsignor Joseph Anthony Pepe, vescovo di Las Vegas, Francesco dà «la sua vicinanza spirituale», «apprezza gli sforzi della polizia e degli operatori del soccorso», offrendo «preghiere ai feriti e alle vittime».
Il tweet di Trump
Il presidente Donald Trump ha twittato un messaggio di cordoglio: «Il mio più sentito cordoglio e compassione per le vittime e i familiari della terribile sparatoria di Las Vegas. Che Dio vi benedica».
La sparatoria più sanguinosa della storia Usa
Il bilancio della sparatoria di Las Vegas è superiore a quello del massacro del 12 giugno 2016, quando il 29enne Omar Saddiqui Mateen aprì il fuoco dentro il Pulse, locale gay di Orlando. Il bilancio fu di 49 morti e oltre 50 feriti. La terza sparatoria più sanguinosa della storia americana è la strage del Virginia Tech del 2007.
Armi facili in Nevada
Lo stato del Nevada, dove è avvenuta la strage di Las Vegas, ha una delle leggi meno restrittive degli Usa sulle armi. Le persone possono portarle ovunque e non devono registrarsi come possessori di armi. Quando qualcuno acquista armi sono effettuati dei controlli sul suo passato, ma è possibile vendere armi anche privatamente. Lo stato del Nevada non vieta armi d'assalto, che includono anche quelle automatiche o semiautomatiche.