lunedì 5 agosto 2024
Parla il rappresentante dell'Ordine di Malta a Kiev. «Ci sono ragazzi che non sanno leggere. Noi in prima linea con équipe mobili e centri d'accoglienza. La sfida della diplomazia umanitaria»
Una famiglia a Kupiansk, cittadina lungo la linea del fronte nell'est dell'Ucraina

Una famiglia a Kupiansk, cittadina lungo la linea del fronte nell'est dell'Ucraina - Gambassi

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«Nel conflitto in Ucraina la diplomazia è all’opera. Magari non lo si percepisce o appare silente. Ma sta lavorando dietro le quinte, a diversi livelli e da varie prospettive». Nessuna latitanza, secondo l’ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Ucraina, Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone. Da 16 anni l’ordine religioso cavalleresco ha relazioni diplomatiche con l’Ucraina e da oltre 30 anni è accanto alla popolazione. «La nostra storia millenaria racconta di un impegno di soccorso e sostegno alle comunità in condizioni difficili – spiega l’ambasciatore che fa la spola fra Kiev e Roma –. Per il nostro status di istituzione neutrale, non ci occupiamo di questioni politiche, anche se siamo sempre disponibili a svolgere un ruolo che nel tempo ci ha caratterizzato: quello di mediatori. Oggi, però, la nostra priorità è quella della diplomazia umanitaria». La stessa via su cui punta la Santa Sede anche con la recente visita in Ucraina del cardinale Pietro Parolin e con la missione di pace affidata dal Papa al cardinale Matteo Zuppi che ha al centro lo scambio dei prigionieri di guerra e la restituzione dei ragazzi deportati dalle truppe di Mosca.

L’ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Ucraina, Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone

L’ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Ucraina, Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone - Ordine di Malta

«La diplomazia umanitaria non risolve in sé i conflitti: serve una soluzione politica. Però può aprire porte», afferma l’ambasciatore. E lancia l’allarme “infanzia”. «Secondo un dato che mi è stato riferito, oltre un milione di bambini ucraini è stato colpito dalla guerra. Penso non soltanto ai piccoli trasferiti in Russia o a quelli che sono nei territori occupati, ma anche ai figli dei milioni di sfollati interni. Una generazione che già porta su di sé traumi e disagi. Poi c’è l’emergenza scolarizzazione. Nel Paese ci sono ragazzi che non sanno leggere e scrivere: perché prima per il Covid e poi per le bombe non hanno avuto accesso a un regolare percorso di studi». Per l’Ordine di Malta è un ambito privilegiato di intervento. «Abbiamo équipe mobili che raggiungono i bambini anche nelle zone più complesse. Ne abbiamo aiutati 13mila con attività terapeutiche ed educative. A Ivano-Frankivsk abbiamo un centro di accoglienza. E a Leopoli è stata stretta una collaborazione con l'Unicef».

Una scuola bombardata nell'hinterland di Kharkiv

Una scuola bombardata nell'hinterland di Kharkiv - Gambassi

Si parla solo di armi per sostenere l’Ucraina. Ma serve anche altro. E gli aiuti internazionali sono crollati mentre i bisogni esplodono dopo due anni e mezzo di aggressione russa.

Purtroppo è vero. Il versante politico-militare è quello che attrae maggiormente l’attenzione dei governi e dell’Occidente, anche perché ha riflessi sulle decisioni interne degli Stati. Tuttavia, nell’ultimo vertice Nato, numerosi Paesi hanno ribadito la loro volontà di fornire supporto umanitario. Sia per la durata del conflitto, sia per l’insorgere di altre crisi sullo scenario internazionale, si guarda meno all’Ucraina. Serve tenere accesa la luce. Come Ordine abbiamo appena organizzato a Kiev una conferenza sulla diplomazia umanitaria con esponenti del governo, nunzio apostolico, agenzie Onu, rappresentanti delle Ong ma anche società private. Occorre unire le forze non solo per reperire finanziamenti, ma anche per far arrivare personale o know-how.

Gli aiuti dell'Ordine di Malta agli abitanti rimasti a Kupiansk, cittadina lungo la linea del fronte nell'est dell'Ucraina

Gli aiuti dell'Ordine di Malta agli abitanti rimasti a Kupiansk, cittadina lungo la linea del fronte nell'est dell'Ucraina - Gambassi

Che cosa segna il barometro umanitario?

La popolazione sta soffrendo dal 2014 per una guerra che è iniziata nell’est del Paese e che dal febbraio 2022 si è estesa su tutto il territorio nazionale. Un conflitto che ha assorbito una parte consistente delle risorse economico-finanziarie e del capitale umano, che ha causato distruzione, che ha disperso le famiglie, che ha prodotto ferite fisiche e interiori. Un quadro che diventa sempre più difficile. L’ Ordine ha intensificato la sua presenza dopo lo scoppio delle tensioni di dieci anni fa. Nel 2019, quando nessuno immaginava un’involuzione così drammatica, ho firmato un accordo di cooperazione con il governo ucraino per facilitare l’importazione di materiale umanitario. Un accordo che due anni fa ci ha permesso di essere fra i primissimi attori umanitari a intervenire. Abbiamo avuto la collaborazione delle strutture dell’Ordine nei Paesi europei ma anche negli altri continenti. In poco tempo siamo riusciti a far arrivare tonnellate di beni di prima necessità: vuol dire cibo, ma anche apparati medici o generatori elettrici e stazioni termiche.

Le lezioni online dei ragazzi sfollati di guerra in un centro di accoglienza a Zaporizhzhia

Le lezioni online dei ragazzi sfollati di guerra in un centro di accoglienza a Zaporizhzhia - Gambassi

Zelensky ha annunciato che al prossimo summit sulla pace, dopo quello di giugno in Svizzera, potrebbe essere invitata una delegazione russa.

L’Ordine di Malta partecipa come osservatore al punto quattro del piano di pace del presidente Zelensky: quello di stampo umanitario su prigionieri e deportati. Una delle critiche fatte al presidente è stata che il suo progetto fosse unilaterale. Peraltro ogni coinvolgimento che porti quantomeno a una discussione fra le parti non può che non essere visto positivamente. Poi, se da questo si arriverà a un risultato positivo, non è dato saperlo.

Un asilo bombardato a Kharkiv

Un asilo bombardato a Kharkiv - Gambassi

Ci sono spiragli?

Non vedo una pace a breve e forse neanche a medio termine. Tutti gli indicatori vanno in senso contrario. Anche i recenti bombardamenti su Kiev non incoraggiano. Da cattolico, e quindi da appartenente all’Ordine di Malta, dico che è nostro dovere non perdere la speranza. E la storia ci insegna che, appena dopo il momento all’apparenza più buio, può esserci la svolta. Per questo bisogna lavorare ancora più convintamente per trovare soluzioni in tempi rapidi.

I bambini delle famiglie sfollate di guerra in un centro di accoglienza a Zaporizhzhia

I bambini delle famiglie sfollate di guerra in un centro di accoglienza a Zaporizhzhia - Gambassi

Siamo davanti a un Paese che resiste ma è ferito.

C’è chi ha detto facendosi interprete di un sentimento collettivo: tutti abbiamo bisogno di supporto psicologico. L’Ordine ne ha fatto un perno. Abbiamo 50 specialisti e 78 postazioni in cinque città diverse. E abbiamo aiutato più di 50mila persone. La ricostruzione non è solo quella materiale ma anche quella sociale e umana: dalla riunificazione delle famiglie alla “rigenerazione” di quanti hanno combattuto al fronte. Anche così si pongono le basi per il futuro dell’Ucraina e per la pace.


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