lunedì 23 settembre 2024
Il Paese scosso dal caso della donna costretta a sposarsi a 6 anni nella moderna Istanbul: ha denunciato la violenza subita 16 anni dopo le nozze imposte. Dure condanne per il padre e il marito
Ragazze turche all'Università di Istanbul

Ragazze turche all'Università di Istanbul - ANSA

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Giustizia è fatta, ma solo dopo troppi anni e non cancella una piaga che continua ad affliggere la Turchia moderna. Il Tribunale penale di Istanbul ha confermato le condanne inferte in primo grado per due uomini he avevano organizzato il matrimonio di una bambina, che ai tempi aveva appena sei anni. Padre e sposo hanno ricevuto una pena rispettivamente 18 anni e 9 mesi e 36 anni. Una sentenza molto dura, volutamente esemplare, ma che non è riuscita a placare l’ondata di sdegno che questo caso ha suscitato nel Paese, anche perché i fatti sono avvenuti a Istanbul, che, nell’immaginario collettivo, rappresenta la città più moderna del Paese.

H.G.K, queste le iniziali della vittima, è riuscita a denunciare l’abuso solo dopo 16 anni dalle nozze, che furono combinate fra il padre Yusuf Ziya Goksel e il futuro marito, Kadir Istekli. Entrambi gli uomini sono membri della Fondazione Hiranur, fondata nel 2006 e che opera in diverse scuole di Istanbul, proponendo corsi di Corano ed educazione religiosa. I due farebbero poi parte dell’Imailaga, una delle confraternite islamiche più potenti della Turchia e fra quelle che maggiormente hanno privilegiato dell’ascesa al potere di Recep Tayyip Erdogan, a partire dal 2002.

All’allora bambina il matrimonio era stato descritto come un gioco, quando invece di trattava di un tribale e aberrante caso di patto fra famiglie e sfruttamento minorile.

Solo dopo 16 anni è riuscita a trovare il coraggio di andare contro la sua comunità e denunciare marito e genitori. La giustizia turca ha infatti riconosciuto colpevole anche la mamma della giovane, che ha ricevuto una pena di 16 anni per non essersi opposta al matrimonio della figlia. La giovane vive da tempo sotto altra identità e in una località sicura. Nonostante la denuncia risalga al 2020, lo scandalo è scoppiato solo nell’ottobre del 2023, quando furono rese note le condanne in primo grado. Uno scandalo nello scandalo, perché dimostra come attorno ai crimini connessi agli ambienti islamici, spesso in Turchia si venga a creare una forma di omertà per non infastidire le autorità di Ankara o gli ambienti religiosi del Paese che, con il passare degli anni, sono diventati sempre più potenti, anche nella scuola.

A partire dal 2011, l’educazione di impronta laica è stata progressivamente smantellata in seguito a una riforma che ha equiparato gli istituti laici alle imam-hatip, scuole dove si formano gli imam e gli amministratori del culto islamico. Il loro numero è decuplicato nel giro di pochi anni, spesso a scapito di altri indirizzi di studio e costringendo le famiglie a mandarci i propri figli, per mancanza di alternative.

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