martedì 13 agosto 2024
Sedici milioni di contatti sui social: il tycoon offre un posto alla Casa Bianca al magnate di Tesla, elogia Maduro, Xi, Putin e dice che l'Iran non colpirà. «Attacco hacker» ritarda la messa online
La presentazione della conversazione su X

La presentazione della conversazione su X - Ansa

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Tra vittimismo, messaggi messianici e invettive, lo show di Musk e Trump è andato in onda in ritardo e, fino a aora, ha coinvolto 16 milioni di spettatori in tutto il mondo. Un risultato - quello dello "show" che con un gioco di parole è diventato subito un "X factor" - tutto sommato modesto per la capillarità raggiunta dal X, erede del defunto uccellino di Twitter. Il tycoon ha escluso che l'Iran possa attaccare nelle prossime ore Israele, ribadito la sua stima per il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin, con cui "andare d'accordo è buona cosa", e aperto alla possibilità di far entrare nel suo governo Elon Musk. Donald Trump è stato il protagonista dell'attesa conversazione sulla piattaforma social di Musk. Il tycoon ha parlato per circa due ore, senza lanciare messaggi sconvolgenti, ma scambiandosi complimenti con il padrone di casa.

L'evento, molto atteso nella rete, e che aveva suscitato anche la preoccupazione dell'Unione Europea (che deve “farsi gli affari sui” secondo il candidato), per il rischio di diffusioni di notizie false e incitamenti alla violenza, ha registrato inizialmente problemi tecnici, che hanno mandato in tilt il collegamento e spiazzato centinaia di migliaia di utenti collegati. Il collegamento è stato attiovato con quaranta minuti di ritardo e dopo che Musk ha evocato complotti, dando la colpa a un "massiccio attacco a X" presumibilmente di hacker, il cui obiettivo, ha spiegato, era "non permettere a Trump di parlare". Sull’episodio, sfruttato a dovere dal candidato che si è dichiarato vittima degli attacchi e che per poco non ha invocato il Primo emendamento, ha comunque aperto un’inchiesta l’Fbi.

Il candidato presidente repubblicano si è poi preso tutto il tempo, anche se con una voce insolitamente impastata e con una insolita "lisca" che ha generato la curiosità e l'ironia degli utenti, e ha subito annunciato che tornerà' a Butler, in Pennsylvania, a ottobre, laddove il 13 luglio un ventenne sparò nel tentativo di colpirlo mentre era impegnato in un comizio. E si badi bene, questa di fatto è l’unica novità che ha contraddistinto l’”intervista” dai comizi delle scorse settimane o dai proclami tv e nel dibattito “devastante” con Joe Biden che è costato la candidatura all’ultra ottantenne democratico.

Donald Trump durante il collegamento

Donald Trump durante il collegamento - Reuters

Trump ha lanciato i messaggi di sempre: ha parlato di invasione di migranti ("Venti milioni sono entrati negli Stati Uniti, arrivati da carceri, manicomi e da tutto il mondo, dall'Africa, dall'Asia, dal Medio Oriente"), spiegato che "andare d'accordo con Xi e Putin è buona cosa", ribadito l'intenzione di abolire il dipartimento dell'educazione e lodato il presidente del Venezuela Nicolas Maduro per avere "abbattuto il crimine del 72 per cento".

Della sua avversaria, Kamala Harris, Trump ha detto che è "incompetente" e candidata di "terzo grado", “radicale e di sinistra” e “peggio di Sanders”. Le ha contestato il fatto di avergli copiato la proposta di non tassare le mance e ricordato di come sotto di lui l'America "fosse cresciuta in modo straordinario". Il tycoon ha attaccato il sistema giudiziario definito "malato", accusato la procura di New York di averlo perseguito, poi lodato i "veicoli elettrici" prodotti da Musk con Tesla, nonostante nei comizi il tycoon si sia schierato apertamente contro la transizione ecologica e a favore delle auto a carburante. L'ex presidente ha anche accusato i democratici di un colpo di stato per rimuovere il nome del presidente Joe Biden dalla scheda elettorale, ha però pure attaccato lo stato mentale di Biden e ha detto che gli ebrei che votano per i democratici dovrebbero farsi "esaminare la testa".

Musk si è proposto di dare una mano nella prossima ipotetica amministrazione Trump per controllare la spesa e accertarsi che i "soldi dei contribuenti americani vengano spesi bene". L'ex presidente ha detto "mi piace", poi si è complimentato con lui per i licenziamenti in massa avviati a Twitter, ora X, dal momento del suo arrivo, nel 2022, quando Musk mandò a casa seimila dipendenti, l'equivalente dell'80 per cento dell'intera forza lavoro. "Sei il più grande tagliatore - ha detto - non voglio fare il nome della compagnia, ma loro sono entrati in sciopero e tu hai detto, va bene, andatevene tutti, andatevene tutti, sei stato davvero il più grande". Musk ha ringraziato.

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