giovedì 30 gennaio 2025
A poche ore dalla collisione a Washington, con 67 vittime, il presidente attacca le politiche di Obama e Biden per l’assunzione, nel controllo aereo, di una quota di personale con disabilità
Donald Trump durante la conferenza stampa sull’incidente aereo di Washington che ha visto coinvolti un jet Bombardierdi linea e un elicottero Black Hawk militare

Donald Trump durante la conferenza stampa sull’incidente aereo di Washington che ha visto coinvolti un jet Bombardierdi linea e un elicottero Black Hawk militare - Ansa

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È tutta colpa dei democratici. Il presidente Usa Donald Trump, non ha perso l’occasione, ieri, per fare politica anche sul disastro aereo avvenuto mercoledì sera, a Washington, nel cielo sopra il fiume Potomac. Nello scontro in volo tra il jet della American Airlines e l’elicottero Black Hawk dell'esercito statunitense, vicino al Reagan National Airport, hanno perso la vita 67 persone.
La conferenza stampa convocata alla Casa Bianca per aggiornare la nazione sull’incidente, tra i più gravi degli ultimi sedici anni, è diventata presto un comizio. Dopo aver sottolineato la «profonda angoscia» causata dalla tragedia, il tycoon, appoggiato allo stesso leggio da cui, quasi tutti i giorni, parlava al Paese durante la pandemia, ha sparato a raffica sui presidenti dem che lo hanno preceduto, Joe Biden e Barack Obama, accusandoli di aver utilizzato i piani di inclusione per assumere nell’aviazione «persone non qualificate, con disabilità fisiche o psichiche». «Per me la priorità è la sicurezza, per i democratici è la politica», ha puntualizzato. Poi, la promessa: «Incidenti del genere non accadranno mai più».

La sparata del presidente contro Biden e Obama, oltre che contro l’ex ministro dei Trasporti Pete Buttigieg («un disastro»), ha quasi colto di sorpresa: il dolore del lutto sfumato nella polemica politica in una manciata di secondi. Il sospetto che sarebbe successo c’era. L’incidente ha portato a galla una querelle risalente all’anno scorso quando il Grand Old Party aveva sostenuto alla Camera dei Rappresentanti un disegno di legge sull’aumento del traffico aereo, proprio all’hub della capitale che ha fatto da cornice alla tragedia, tra le critiche dei democratici che lo ritenevano «pericoloso» oltre che «ridicolo» perché maturato dalla volontà di offrire ai deputati “pendolari” collegamenti più frequenti con gli Stati di appartenenza. L’inquilino della Casa Bianca, trascinato nella gestione della sua prima crisi, ha garantito un’inchiesta sulla dinamica dello schianto, dopo averne già declamato le conclusioni: «Scopriremo quello che è realmente successo». A tal fine, ha deciso di affidare a Chris Rocheleau la guida ad interim della Federal Aviation Administration, l’autorità che vigila sullo dello spazio aereo nazionale, vacante da quando l’ex numero uno, Mike Whitaker, inviso a Elon Musk, ha deciso di farsi da parte. Il ministro della Difesa, Pete Hegseth, ha promesso la verità sui fatti «in tempi rapidi».

La cifra che lo contraddistingue è lo stesso pragmatismo adoperato dal capo del Pentagono quando, commentando l’ordine esecutivo sull’allestimento di un centro di detenzione per i migranti irregolari a Guantanamo, famigerata base cubana per la reclusione dei terroristi jihadisti, ha sottolineato con entusiasmo: «È un posto perfetto per trentamila criminali migranti».

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