Un frame del video girato dal soldato israeliano (Ansa)
I commenti, le risatine, le immagini mosse, il bersaglio che si muove e poi, secco, lo sparo. L’uomo nel mirino cade a terra. È un palestinese che si sta avvicinando alla rete di separazione tra Gaza e Israele. La morte dell’uomo è accompagnata dalle grida di giubilo del militare che riprende la scena: «Wow, che video!», «Un video leggendario», «È volato in aria». Un insulto.
Da due giorni, il filmato di un cecchino israeliano che colpisce un arabo aldilà della rete di confine è diventato virale. Immagini che gettano benzina sul fuoco sulle polemiche che riguardano le truppe israeliane, già criticate dalla Comunità internazionale per la morte di 31 palestinesi nelle proteste lungo la frontiera con la Striscia di Gaza per la “Marcia del ritorno”, iniziata il 30 marzo. Il filmato è autentico, ha detto l’esercito israeliano, ma non recente. L’episodio risale al 22 dicembre scorso, presso il valico di Kissufim. I militari hanno annunciato un’indagine approfondita.
E in un comunicato hanno precisato che i fatti si sono svolti durante «violenti disordini». «Il cecchino merita una medaglia – ha affermato il ministro della Difesa Avigdor Lieberman –, il commilitone che ha filmato, invece, merita di essere degradato». Ma la pioggia di critiche arrivate dall’opposizione israeliana e dai partiti arabi che siedono alla Knesset (il Parlamento) insiste su una crisi di valori morali dei soldati.
Per il ministro dell’Istruzione Naftali Bennett, leader della formazione ultra-nazionalista “Focolare ebraico”, invece, tutto è da ricondurre alla giovane età dei soldati: i loro commenti «senza grazia» sarebbero «più che comprensibili». I cecchini appartengono alla brigata degli “infiltrators”, ovvero coloro che tra gli israeliani possono essere scambiati per arabi, per via del loro aspetto fisico e la perfetta padronanza della lingua araba. «Spesso sono persone con famiglie non istruite alle spalle», racconta Amir Youvali, che il servizio militare lo ha finito da sei anni. «Era meglio quando non c’erano gli smartphone – spiega –: con l’adrenalina che si ha a 18 anni è facile cadere in tentazioni così stupide».
Ma un altro ex soldato che ha fatto parte dei tiratori scelti dieci anni fa, spiega (sotto anonimato) come non siano i giovani a scegliere di diventare cecchini ma i comandanti a selezionarli. Con una serie di test scritti. Quel che hanno fatto i ragazzi del video non lo sorprende affatto, perché quando si spara spesso non ci si rende conto che dall’altro lato ci sono delle vite. «La cosa che ti consente di condurre un’esistenza normale senza soffrire per i sensi di colpa – racconta l’ex cecchino – è che non ti rendi contro fino in fondo di aver colpito delle persone».
L’uomo ucciso nel video sarebbe un membro di Hamas, affermano le autorità militari israeliane. Accusa rivolta anche a Yasser Murtaja, videooperatore morto venerdì scorso mentre copriva gli scontri al confine. Il sito israeliano Wallaha rivelato che faceva parte delle forze di sicurezza del movimento, e ci collaborava su base quotidiana.
Nel 2015, hanno precisato, Murtaja riuscì a dotarsi a Gaza di un drone nell’intento – secondo le fonti israeliane – di raccogliere informazioni di intelligence a beneficio di Hamas. «Dubito fortemente che avesse il tempo di lavorare per Hamas – commenta da Gaza Rushdi Abu Alouf, della Bbc –: amava il suo lavoro e lo faceva in modo professionale». Murtaja aveva recentemente collaborato anche con l’artista cinese Ai Weiwei e la regista Basma Alsharif nel film Ouroboros premiato al festival di Locarno. Usava un drone per fare immagini aeree, «ma questo lo fa anche la Reuters », ricorda Abu Alouf. «Era un ragazzo religioso e aveva membri della famiglia che lavoravano per Hamas, ma che io sappia – conclude – era solo un giornalista».