È Alexandre Bissonnette, 27 anni, studente universitario franco-canadese, l'unico sospettato per la strage nella moschea di Québec Cty, in Canada, costata la vita ad almeno 6 persone. L'altro uomo fermato, di origine marocchina, è stato ascoltato come testimone e poi rilasciato. Bissonette sarebbe uno studente della locale università Laval, vicino alla moschea. L'università Laval è la più antica università in lingua francese del Nord America, con circa 42mila studenti.
La sparatoria in moschea
Sei persone sono state uccise e 19 ferite nella moschea di Québec City, in Canada, al momento della preghiera serale (circa le 4 del mattino in Italia). La sparatoria è avvenuta al Centro culturale islamico del Québec; le vittime erano tutti uomini tra i 35 e i 70 anni. Pochi minuti dopo l'attentato, sono state fermate due persone, una delle quali vicino all'Ile d'Orleans, sul fiume San Lorenzo, a una ventina di chilometri dalla moschea. «Nulla fa credere che ci siano altri sospettati» ha detto una portavoce delle autorità. Al momento degli spari, gli uomini si trovavano nella parte bassa della moschea, e stavano pregando, mentre donne e bambini erano in quella superiore.
«Uno si è consegnato»
Nel pomeriggio i media canadesi, tra cui Le Journal de Québec, avevano diffuso la notizia dell'arresto di Mohamed Khadir e Alexandre Bissonnette. I due erano stati fermati dalla polizia nei minuti successivi alla sparatoria. Il primo è stato bloccato sul luogo dell'attacco, e si è poi rivelato estraneo alla strage, l'altro vicino al ponte che conduce sull'Ile d'Orleans. Bissonette ha chiamato lui stesso gli agenti per «parlare della sua resa» come ha confermato in conferenza stampa l'ispettore di polizia Denis Turcottee.
Da quello che emerge da account social del presunto assalitore ritrovati dal gruppo Site, specializzato in informazioni sul terrorismo, Alex Bissonette è un ammiratore di Trump, Marine Le Pen, e delle forze militari israeliane. Gli esperti di sicurezza del governo Usa a Washington, ripresi dall'agenzia Reuters, tendono a pensare che l'uomo responsabile dell'attacco abbia agito spinto dall'odio nei confronti dei musulmani e che abbia agito come una sorta di lupo solitario..
Tutte straniere le 6 vittime
Stando a quanto riferisce Le Journal de Québec le 6 vittime sono tutti cittadini stranieri. Ci sono 2 algerini, un tunisino, un marocchino e 2 cittadini di un Paese dell'Africa nera. Secondo il Collettivo canadese anti islamofobia, è rimasto ucciso anche l'imam della moschea, Azeddine, padre di famiglia. Sono 19 i feriti, di cui 5 in condizioni critiche. Altre 39 persone che si trovavano all'interno del Centro islamico sono rimaste indenni.
Il cordoglio di papa Francesco e del Pontificio Consiglio per il dialogo
Questa mattina papa Francesco, dopo la messa a Santa Marta, si è intrattenuto con il cardinale canadese Gérald Cyprien LaCroix, assicurando le sue preghiere per le vittime dell'attacco alla moschea di Québec City. Il Papa ha espresso la propria «vicinanza ai feriti e alle loro famiglie e a tutti i soccorritori, chiedendo al Signore di portare loro conforto e consolazione». Nel messaggio, inviato a nome del Pontefice dal segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, all’arcivescovo metropolita di Quebec, Bergoglio ha, inoltre, condannato fermamente «la violenza che genera tanta sofferenza». «Implorando da Dio il dono del rispetto reciproco e della pace – prosegue il testo –, invoca su tutte le persone colpite da questa tragedia, così come su tutti gli abitanti del Quebec, la benedizione divina». Anche il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, ha espresso «profonda tristezza e indignazione dell’efferato attentato perpetrato contro fedeli musulmani raccolti in preghiera. Con questo gesto insensato sono stati violati la sacralità della vita umana, e rispetto dovuto a una comunità in preghiera e al luogo di culto che l’accoglieva».
Il premier: la nostra forza è la tolleranza
Il primo ministro Justin Trudeau, che ha parlato di "violenza senza senso", ha condannato quello che ha definito un"attentato terrorista contro i musulmani in un centro di culto e accoglienza". "La diversità è la nostra forza e la tolleranza religiosa è un valore che, come canadesi, abbiamo caro".
Un testimone: «Sono morti mentre pregavano»
Un testimone, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha raccontato al servizio francese Radio-Canada dell'emittente CBC che gli uomini che hanno fatto irruzione nell'edificio erano due (in seguito si è appurato che era uno solo) e con il volto mascherato."Mi sembra che avessero un accento del Québec. Hanno cominciato a sparare e mentre sparavano gridavano 'Allah Akbar'. I proiettili hanno colpito le persone che pregavano. Sono morte persone in preghiera. Un proiettile è passato proprio sopra la mia testa". Secondo la fonte, al momento degli spari c'erano anche dei bambini: "Ce n'era uno di tre anni con il padre".
La moschea aveva già subito minacce
La Moschea di Québec era già stata oggetto di atti intimidatori. Lo scorso giugno, all'ingresso, era stata trovata una testa di maiale in un pacco dono, accompagnata dalla scritta "Buon appetito". I responsabili del centro islamico precisarono che quello non era il primo episodio del genere. Tre settimane dopo, in luglio, nel quartiere erano stati distribuiti anonimamente volantini che legavano la moschea ai Fratelli musulmani, gruppo religioso e politico nato in Egitto nel 1928. "Questa moschea è un centro di radicalismo, dove si propone ai fedeli di leggere gli scritti di ideologi che propugnano la jihad violenta, la sharia, l'inferiorità delle donne, l'omofobia virulenta", recitava il testo. Accuse respinte dai capi religiosi del centro islamico.
Rafforzata la sicurezza attorno alle moschee, anche a New York
Il sindaco di Gatineau, città vicino alla capitale Ottawa, ha annunciato che in seguito all'attacco sarà incrementata la presenza della polizia nelle moschee intorno alla sua città. Anche negli Stati Uniti si rafforza la sicurezza: il Dipartimento di Polizia di New York ha detto di stare allestendo ronde intorno alle moschee. "La polizia sta per fornire ulteriore protezione alle moschee della città. Tutti i cittadini di New York devono essere vigili. Se qualcuno vede qualcosa, lo dica" ha scritto su Twitter il sindaco Bill de Blasio.