lunedì 26 agosto 2024
Il siriano arrestato è un richiedente asilo. Gran parte del mondo politico chiede un giro di vite e misure stringenti sui migranti. Le elezioni tra pochi giorni in due länder dell'est
L'arresto dell'uomo che ha confessato l'uccisione di tre persone a Solingen

L'arresto dell'uomo che ha confessato l'uccisione di tre persone a Solingen - ANSA

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Rose bianche per i morti di Solingen. Il cancelliere Olaf Scholz stamattina ha deposto una rosa bianca d’innanzi alla chiesa nei pressi della Frenhof. La piazza della città del Nord Reno Vestfalia, colma di folla festante, che è stata scelta venerdì sera dal 26enne siriano Issa al-Hassan come il luogo dove consumare la sua vendetta «per le vittime palestinesi a Gaza», era scritto nella rivendicazione dei terroristi fondamentalisti islamici dell’Isis. «Questo è stato terrorismo, terrorismo contro tutti noi. Un attacco che minaccia il nostro modo di vivere», ha sottolineato uno scosso premier, che ha aggiunto: «Piangiamo i morti, abbiamo pregato con i parenti per la vita dei feriti e continuiamo a farlo». Mentre pronunciava queste parole, in tutta la Germania veniva elevato il livello di allarme antiterrorismo, con maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine di luoghi pubblici considerati sensibili, come le sinagoghe. Misure simili anche nella confinante Francia, dove sono in corso a Parigi le Paralimpiadi. E nel resto dell’Europa dove l’allerta è già alta dal 7 ottobre 2023. Esperti ed analisti parlano di situazione allarmante, ma non paragonabile a quella di alcuni anni fa. L’attentato di Solingen è di matrice islamica fondamentalista ma non si può parlare di un vero e proprio attacco organizzato, si tratta di un‘azione di un cosiddetto «lupo solitario».


«Dai primi elementi riteniamo che al-Hassan abbia agito da solo, e abbiamo prove che sia un terrorista dell’Isis-Daesh», ha ribadito una portavoce della procura generale federale di Karlsruhe, che ha ordinato la carcerazione del 26enne siriano in attesa del processo. Le parole della procura sono state avvalorate da un video diffuso ieri dall’Isis sui propri canali di propaganda sul web. Nelle immagini si vede un uomo incappucciato, con il volto coperto che tiene un lungo coltello in mano mentre lo mostra alla telecamera. Nel filmato l'uomo presta giuramento di fedeltà in arabo al leader del Daesh chiamandolo «Emiro». Secondo gli autori del video (non c’è però riscontro obiettivo), l’uomo incappucciato è Issa al- Hassan.

Attorno alla vicenda personale del 26enne siriano, in Germania si sta scatenando un’ampia ed aspra discussione politica che potrebbe portare ad un giro di vite senza precedenti su porto d’armi e leggi sul diritto d’asilo. «Ora dovremo inasprire le norme sulle armi, in particolare per quanto riguarda l'uso dei coltelli. Sono sicuro che ciò avverrà molto rapidamente», ha preannunciato il capo del governo di Berlino Scholz, aggiungendo: «Dovremo fare tutto il possibile affinché coloro che non possono e non devono restare qui in Germania vengano rimpatriati e deportati». Il cancelliere non ha escluso la deportazione verso anche l’Afghanistan e la Siria di persone che compiono reati gravi o sospettati di terrorismo. Issa al-Hasan era arrivato in Germania nel dicembre del 2022 e secondo media tedeschi, che hanno citato fonti dell’Ufficio immigrazione, la sua richiesta di asilo era stata respinta o comunque i tempi massimi per la verifica previsti dalle leggi tedesche, 18 mesi, erano decorsi, pertanto il siriano doveva essere rimandato nel Paese di primo approdo, in Bulgaria, come prevedono gli accordi di Dublino. «Sono io quello che cercate», le sue prime parole agli agenti delle forze speciali del Sek che sabato notte hanno fatto irruzione nel centro per rifugiati di Solingen, guidati da un cane addestrato che aveva fiutato il coltello del terrorista islamico trovato a 200 metri dalla piazza dell’attentato. 

«Quanti al-assan ci sono in Germania e nei nostri centri per rifugiati?», si chiedeva oggi il quotidiano “populista” Bild, una domanda a cui vuole subito dare una risposta il partito ultranazionalista Afd. «Abbiamo bisogno di una riforma radicale di tutte le poliche migratorie in Germania ed in Europa», ha scritto sui social media la leader di Afd, Alice Weidel, che domenica prossima potrebbe vedere il suo partito vincere anche in modo schiacciante le elezioni regionali in Turingia e Sassonia. Nei due länder orientali Afd ha conquistato gli elettori proprio con politiche e posizioni anti-migranti e anti-islamiche. Anche i cristiano-democratici ora all’opposizione ieri hanno auspicato un cambio di rotta sui rifugiati, chiedendo deportazioni e chiusura delle frontiere. «Quando è troppo è troppo», ha esclamato il leader della Cdu Friedrich Merz, che ha accusato Scholz e il suo governo di attuare «una politica ingenua sull‘ immigrazione». Merz ha comunque ricordato che i diritti dei richiedenti asilo in Germania sono regolati e protetti dalla Costituzione tedesca e da leggi e accordi internazionali.


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