Almeno 21 cristiani sono stati
trucidati dai jihadisti del Daesh ad al-Qaryatayn, in Siria,
prima che la cittadina fosse liberata e ripresa nei giorni scorsi
dalle forze di Damasco col sostegno dell'aviazione russa.
Lo ha svelato alla Bbc il
patriarca della Chiesa ortodossa
siriaca, Ignazio Aphrem II: alcuni risultano essere stati uccisi
mentre tentavano la fuga, altri martirizzati per essersi
rifiutati di assoggettarsi e convertirsi all'islam.
La località, ricorda l'emittente
britannica, è tornata nelle mani dell'esercito all'inizio della
settimana appena trascorsa. E dopo la liberazione è venuto alla
luce questo nuovo orrore. Secondo il patriarca ad
al-Qaryatayn, occupata dal Daesh
fin dall'agosto 2015, erano rimasti circa 300 cristiani, subito
presi di mira dai jihadisti. Una parte è riuscita a scappare,
altri sono morti nel tentativo e altri ancora
sono stati assassinati per aver rifiutato di accettare
la conversione forzata o di sottostare alle regole imposte dai
seguaci del Califfato per i cosiddetti "contratti dei dhimmi":
di fatto lavori servili che garantiscono "protezione" ad alcuni
"infedeli".
>>> Siria, ritrovate le reliquie di Mar ElianFra le vittime si contano almeno tre donne, ha riferito
ancora il patriarca, denunciando come i jihadisti avessero
pianificato di vendere le ragazze cristiane superstiti quali
"schiave".
Altri cristiani sono per ora considerati
dispersi, ma si teme siano morti.
Al-Qaryatayn ha subito in questi mesi pesanti devastazioni.
La fonte citata dalla Bbc ha confermato fra l'altro che il
monastero cristiano di Mar Elina, antico di 1.500 anni, è stato ridotto in
macerie.*******
Nota aggiunta il 12 aprileL'agenzia Fides successivamente ha precisato che nella città siriana di Qaryatayn molti cristiani sono rimasti uccisi in diverse circostanze. Ma diverse fonti locali, consultate da Fides, smentiscono le riscostruzioni che, in riferimento a alcune dichiarazioni del Patriarca siro ortodosso Mar Ignatius Aphrem II, hanno parlato di una strage di 21 cristiani uccisi dai jihadisti per non essersi convertiti all'islam.
Nel dettaglio, le fonti locali contattate da Fides riferiscono che dal 5 al 20 settembre 2015, tra i cristiani che vivevano a Qaryatayn sottomessi ai jihadisti, ci sono stati cinque morti: a quattro decessi naturali si è aggiunta la morte di un giovane ucciso da un bombardamento anti-Daesh. Il 22 di settembre, un cristiano è stato trucidato dai jihadisti con l'accusa di blasfemia perché altri lavoratori musulmani lo avevano sentito imprecare bestemmiando. All'inizio di settembre tre cristiani di Qaryatayn, insieme a un cristiano proveniente da Qamishli e a un altro appartente a una città cristiana di Sadad, erano stati portati come ostaggi fino a Raqqa. A partire dal mese di ottobre, i cristiani di Qryatayn, grazie anche all'aiuto di amici musulmani, hanno cominciato a piccoli gruppi a lasciare la città. Le prime a essere messe in condizione di fuggire sono state le giovani ragazze cristiane non sposate, perchè era circolata la voce che alcuni capi jihadisti volevano prenderlie come mogli. Il dieci ottobre è uscito da Qaryatayn anche padre Jacques Murad, il Priore del monastero di Mar Elian che i jihadisti avevano rapito a maggio e che poi era stato riportato a Qaryatayn, insieme agli altri cristiani della città (circa 250) che erano stati presi in ostaggio e temporaneamente deportati. Gli ultimi tre cristiani morti a Qaryatayn sono caduti sotto i bombardamenti che hanno colpito l'area nella fase di riconquista realizzata dall'esercito siriano con il sostegno russo. Anche a Qaryatayn ci sono stati musulmani uccisi mentre aiutavano i loro amici cristiani a fuggire dalla violenza.