Almeno 5.340 morti nel solo mese di
luglio, tra i quali 1.067 civili,
compresi 225 bambini: la
carneficina del conflitto civile in Siria continua inesorabile,
sebbene lontano dai riflettori dei media internazionali, che in
questi giorni sono concentrati sulla tragica situazione a Gaza.
A fornire le ultime cifre, che appesantiscono ulteriormente
un bilancio di oltre 170.000 vittime a partire dal 2011, è stato
oggi l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus),
che ha sede in Gran Bretagna ma conta su una vasta rete di
informatori in Siria. Il conflitto siriano ha ormai superato
come numero di morti quello della guerra civile che per 15 anni,
dal 1975 al 1990, sconvolse il Libano.
E le violenze non
accennano a diminuire, né si vede una soluzione a portata di
mano, con le diplomazie paralizzate e un Paese diviso in
porzioni di territorio controllate dalle forze lealiste,
appoggiate dalle milizie libanesi di Hezbollah, ribelli e gruppi
armati jihadisti, che spesso rivolgono le armi anche gli uni
contro gli altri.
Oltre 50 jihadisti, secondo l'ong, sono stati uccisi tra ieri
e oggi dopo essere caduti in una imboscata tesa loro dalle forze
di Damasco e da miliziani Hezbollah in una regione montagnosa a
nord-ovest di Damasco lungo il confine con il Libano.
Almeno
sette vittime si contano tra le forze lealiste, compresi due
membri di Hezbollah. Gli scontri sono avvenuti nei pressi del
villaggio di Al Jebbe, nella regione del Qalamun, che la
primavera scorsa era stata riconquistata dalle forze del regime,
ma dove operano ancora nuclei di ribelli che possono contare su
punti di appoggio in territorio libanese nelle aree a
maggioranza sunnita solidali con la rivolta.
In una di queste località, Arsal, nell'alta Valle della
Bekaa, sono penetrati oggi gruppi di jihadisti che hanno
attaccato posti di blocco dell'esercito e hanno occupato una
stazione di polizia, uccidendo due soldati e due civili, dopo
che le forze armate libanesi avevano catturato un membro del
Fronte al Nusra, la branca siriana di Al Qaida.
Se
sulle montagne del Qalamun i miliziani di Al Nusra hanno
unito le loro forze a quelle dei jihadisti dello Stato islamico
(Isis) - che controllano anche ampie porzioni dell'Iraq - e di
altri gruppi armati fondamentalisti, in altre parti del Paese
continua una guerra feroce tra queste organizzazioni. Il capo di
Al Nusra nella città nord-occidentale di Idlib è stato ucciso
la notte scorsa da una bomba fatta esplodere nella sua auto, ha
detto l'Ondus. Un episodio che sembra solo l'ultimo atto di una
faida in corso con lo Stato islamico da molto tempo.
Dei gruppi jihadisti fanno parte molti combattenti
provenienti da altri Paesi. E a conferma di come quello siriano
sia diventato ormai un conflitto internazionale, tra i morti nel
mese di luglio figurano 1.092 stranieri nelle file dei gruppi
armati jihadisti e 106 schierati con i lealisti, dei quali 28
delle milizie sciite libanesi dell'Hezbollah e 78 provenienti da
altri Paesi.