martedì 10 settembre 2024
Ad agosto 184 civili uccisi e 856 feriti. In due anni e mezzo, oltre mille persone colpite da bombe a grappolo: il dato più alto al mondo
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il cancelliere tedesco Olaf Scholz

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky con il cancelliere tedesco Olaf Scholz - Reuters

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Alla fine del secondo mese di guerra più cruento, quest’anno, per i civili ucraini – 184 uccisi ad agosto, di più solo a luglio – si litiga sull’ipotesi di un piano di pace. Anzi: due. C’è quello che il presidente Volodymyr Zelensky, a Cernobbio, ha definito il «piano per la vittoria», annunciando che lo presenterà al presidente americano Joe Biden e ai candidati a succedergli, Donald Trump e Kamala Harris. E c’è il piano del cancelliere tedesco Olaf Scholz, che in un’intervista al canale Zdf ha sollecitato la presenza di Mosca alla conferenza di pace che seguirà quella dello scorso giugno a Lucerna: «Io e il presidente ucraino – ha sostenuto – siamo d’accordo che la Russia debba essere presente».

Dalle colonne della Bild, gli ha replicato il portavoce per la politica estera dell’Unione cristiano-democratica (Cdu), che ha definito «una farsa» la mossa del cancelliere socialdemocratico «perché si adatta alla strategia di parti della Spd di spingere in modo sottile l’Ucraina verso una pseudo-pace imposta dalla Russia, in cui il sostegno (militare a Kiev, ndr) sarà gradualmente ridotto e saranno invece richiesti negoziati fittizi». «Scholz – rincara la Cdu – vuole fregiarsi della carica di cancelliere della pace, ma peggiora la situazione per l’Ucraina e indebolisce così la sicurezza europea e tedesca». Il suo portavoce fa sapere che Scholz sarebbe pronto «ad avere un colloquio telefonico con il presidente russo» Vladimir Putin se ritenesse «appropriato» il momento: purtroppo le dichiarazioni del Cremlino «non danno l’impressione che siano molto disposti ad avviare negoziati di pace in modo costruttivo». Sul clima politico tedesco, con il rallentamento dell’economia che spiana la strada all’estrema destra filorussa, pesano le sanzioni contro Mosca e il costo degli aiuti a Kiev, che quest’anno ammontano a 7,48 miliardi di euro.

Dal Cremlino, il portavoce Dmitry Peskov commenta che la Russia «non scarta in anticipo alcun piano per una soluzione», pur frenando: «Non sappiamo più di quanto riferito dai media». Di piani di pace parla anche la Cina, il cui presidente Xi Jinping ha dichiarato che Pechino «incoraggia e sostiene tutti gli sforzi utili a favorire la risoluzione pacifica della crisi in Ucraina».

Dietro la facciata delle dichiarazioni, ci sono centinaia di migliaia di morti e feriti sul campo di battaglia (sarebbero oltre mezzo milione in totale, ma non esistono cifre ufficiali) e oltre 10mila morti civili. Ad agosto sono stati 856 i civili feriti in Ucraina (dati Onu). Dall’invasione russa del 24 febbraio 2022, le bombe a grappolo hanno ucciso o ferito oltre mille persone: è il numero più alto nel mondo (dati dell’osservatorio Cluster Bomb Coalition). E non si vedono orizzonti di tregua. Aspettando l’esito delle elezioni americane del 5 novembre, che potrebbe sbilanciare pesantemente gli equilibri delle forze in campo, con Mosca avvantaggiata nel caso di vittoria di Trump.

Per il momento a sostenere militarmente il regime di Putin è la Corea del Nord, che ieri ha festeggiato i 76 anni dalla fondazione. Nell’occasione, il presidente russo ha inviato al leader Kim Jong Un le sue congratulazioni, ribadendo: «Continueremo a rafforzare gradualmente la partnership strategica». Smentisce invece di fornire missili balistici ai russi il regime di Teheran, nonostante le informazioni «credibili» in proposito condivise dagli Usa con l’Ue. Il Cremlino non nega esplicitamente. «Respingiamo fermamente le affermazioni sul ruolo dell’Iran nell’esportazione di armi a una delle due fazioni della guerra», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani. «Gli accusatori dell’Iran sono in realtà tra i maggiori esportatori di armi verso una parte in guerra», ha denunciato. Per il portavoce dell’Ue per la politica estera, Peter Stano, l’informazione sulle forniture iraniane, se confermata, «rappresenterebbe un’escalation materiale nel sostegno dell’Iran alla guerra di aggressione illegale della Russia». In tal caso, l’Ue «risponderà rapidamente e in coordinamento con i partner internazionali, anche con nuove e significative misure restrittive contro l’Iran».

Sul terreno, prosegue l’avanzata russa nel Donetsk, con la conquista del villaggio di Memrik. L’esercito di Mosca controlla l’80% della regione e preme sempre più da vicino su Pokrovsk, nodo logistico strategico. Appena fuori dal teatro di guerra, frammenti di un drone russo sono caduti vicino al villaggio di Periprava in Romania. E le autorità della Lettonia hanno accertato che il drone militare russo precipitato domenica sul proprio territorio a 90 chilometri dal confine con la Bielorussia trasportava esplosivi. Bucarest e Riga, entrambi membri della Nato, indagano sulla violazione del loro spazio aereo.

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