Le trincee ucraine lungo la linea del fronte a Kupiansk nella regione di Kharkiv - Ansa
Sulla scheda elettorale Vladimir Putin vorrebbe che comparissero i nomi di Kupiansk e Avdiivka. O almeno uno dei due. Sono le cittadine dell’est dell’Ucraina che il leader del Cremlino ha chiesto di conquistare a ogni costo nelle prossime settimane. Trofei da esibire quando la Russia sarà chiamata al voto per scegliere il nuovo presidente, dal 15 al 17 marzo. Scontato il risultato che scaturirà dalle urne. Ma Putin intende arrivare all’apertura dei seggi forte di qualche successo netto sul campo militare che spazzerebbe via i dati dei recenti sondaggi che lo stanno impensierendo e che raccontano un Paese sempre più distante dalla guerra in Ucraina e dallo stesso Cremlino: il 37% è contrario all’”operazione militare speciale”, come viene chiamata a Mosca l’aggressione della nazione confinante; e l’84% chiede che siano congedati i soldati impegnati al fronte, anche se il 59% teme il loro rientro a casa per ragioni di sicurezza. Allora ecco la scelta di premere sull’acceleratore bellico. Puntando su due località che da mesi sono nel mirino.
Kupiansk, nella regione di Kharkiv, città su cui punta l'esercito russo - Ansa
La prima è Kupiansk, la cittadina che alla vigilia dell’invasione contava 30mila abitanti (e 120mila con il suo distretto) e oggi è per il 98% bombardata. Conquistata e poi persa da Mosca, si trova a cinquanta chilometri dalla frontiera russa, nell’ultimo lembo della regione di Kharkiv. Negli ultimi giorni il Cremlino ha fatto giungere 500 carri armati, 600 veicoli da combattimento e 40mila uomini per lanciare la grande offensiva. «Sarebbe un bel regalo a Putin in vista delle elezioni consegnargli una parte dell’oblast di Kharkiv», osserva la rivista statunitense Forbes. Un territorio colpito ancora ieri dai missili ore che hanno distrutto un albergo e ucciso un neonato di due mesi. Intorno a Kupiansk si oppongono allo schieramento russo dieci brigate ucraine con 20mila soldati. Ma, fanno sapere fonti di intelligence, «il principale problema non è la differenza numerica fra i due eserciti, ma la carenza di munizioni da parte ucraina» che viene compensata con il ricorso ai droni. Strumenti che però hanno un raggio d’azione di pochi chilometri mentre le postazioni di artiglieria russa si trovano anche a oltre venti chilometri. Non è un caso che ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, abbia assicurato che «l’industria europea della difesa farà arrivare più di un milione di proiettili entro la fine dell'anno». Parole pronunciate mentre l’alto rappresentante Ue della politica estera Josep Borrell è a Kiev per garantire il «sostegno incrollabile» all’Ucraina «sul piano militare e finanziario, come pure sul percorso di riforme europee» e mentre il Parlamento ucraino proroga la legge marziale fino a metà maggio.
I mezzi e gli uomini dell'esercito di Mosca appena schierati intorno a Kupiansk - Telegram
Dall’inizio del 2024 sono raddoppiati gli attacchi giornalieri nella direttrice di settanta chilometri fra Kupiansk e Lyman che porta verso il Donbass: da 400 a 800. Un’escalation che si è portata dietro la conquista russa di due piccoli insediamenti e l’evacuazione obbligatorio di 27 villaggi. «Da più di sei mesi si registrano pesanti combattimenti ma le nostre forze armate hanno sempre respinto gli assalti», rassicura il capo dell’amministrazione militare regionale Oleg Sinegubov. A quale prezzo non è dato saperlo. È possibile solo intuirlo dalla disputa di cifre sulla campagna di Kupiansk: Mosca annuncia l’uccisione di 23mila militari ucraini nell’ultimo mese; Kiev di 155 nemici in una giornata e di 211 civili nei quasi due anni di guerra in questa piccola provincia dell’Ucraina a cui si sommano 746 civili feriti. E gli 007 avvertono: «La Russia usa un metodo ben noto, la distruzione sistematica delle aree urbane per renderle indifese».
Gli edifici distrutti ad Avdiivka nella regione di Donetsk - Reuters
È la tecnica che sta impiegando anche ad Avdiivka, nella regione di Donetsk, verso la quale «Putin ha un’ossessione», si ripete a Kiev. E c’è chi ipotizza una visita lampo del presidente russo per registrare un video elettorale nella cittadina. Cittadina che è in gran parte macerie e scheletri di edifici, come lo erano Bakhmut e Mariupol prima della presa. «Mentre per settimane la situazione è stata complessa ma sotto controllo, ora è molto difficile e in alcuni luoghi critica», fa sapere Vitaliy Barabash, capo dell’amministrazione militare. L’esercito russo avanza nella periferia e nell’area industriale, snodo cruciale come lo era l’acciaieria di Mariupol. Persino il ristorante “Tasrska Okhota” diventa una sorta di segnaposto fondamentale nel campo di battaglia. «Gli scontri avvengono per strada e nei cortili», riferisce l’esperto militare Vladyslav Seleznyov. Nell’ultimo summit fra Volodymyr Zelensky e i vertici militari, la città è stata al centro dell’agenda. Ne ha riferito il capo di Stato maggiore Valerii Zaluzhny, in rotta con il presidente. E non si esclude che il leader ucraino attenda solo la caduta di Avdiivka per licenziare Zaluzhny e addossare a lui la responsabilità del crac militare.
Un condominio bombardato dai russi nella regione di Kharkiv - Ansa