venerdì 14 febbraio 2025
L'arrivo di 14 piccoli a Ciampino dalla Striscia, via Egitto. L'operazione umanitaria coordinata dai ministeri degli Esteri e della Difesa. Due bambini in cura al Bambino Gesù, l’«ospedale del Papa»
L'arrivo dei bambini palestinesti all'Aeroporto di Ciampino

L'arrivo dei bambini palestinesti all'Aeroporto di Ciampino - Ansa

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L’Italia torna a fare per la pace quello che le riesce meglio: accogliere e curare i bambini palestinesi che soffrono di patologie gravi e che, vittime due volte della guerra, da troppo tempo non ricevono più terapie salva-vita.

Nella serata di giovedì 13 febbraio sono arrivati a Ciampino con un C130J dell'Aeronautica Militare14 piccoli usciti dalla Striscia di Gaza con le loro famiglie (in tutto 45 persone), portati in Egitto grazie alle nostre Forze armate e da qui decollati verso l’Italia. Una complessa operazione umanitaria congegnata dai Ministeri degli Esteri e della Difesa nell’ambito delle iniziative umanitarie per la popolazione palestinese. Tra le operazioni in cui è impegnata l’Italia, la missione Eubam-Rafah che impegna «un contingente di Carabinieri al valico di Rafah – informa la Difesa – per coordinare e facilitare il transito giornaliero di feriti e malati».

Due dei bambini sono stati subito accolti dal "Bambino Gesù", l'"ospedale del Papa", all'avanguardia nel mondo per una lunga serie di patologie infantili, per vocazione aperto ai piccoli malati delle zone più povere e tribolate del pianeta, come ricorda il presidente Tiziano Onesti: «L'Ospedale Bambino Gesù è sempre pronto ad accogliere i bambini e i ragazzi bisognosi di cure da tutto il mondo, soprattutto quelli provenienti da aree colpite da conflitti. In linea con il mandato di solidarietà di papa Francesco, Il nostro impegno è accogliere, curare e offrire speranza, prendendoci cura non solo dei piccoli pazienti, ma anche delle loro famiglie, perché la salute e la dignità di ogni bambino non conoscano confini». I casi dei due piccoli presi in carico dalla grande struttura sanitaria pediatrica sono particolarmente complessi. Una nota dell’Ospedale parla di «condizioni cliniche complesse»: i ricoveri riguardano «due bambine, entrambe di un anno, arrivate al Pronto Soccorso del Gianicolo accompagnate dalle mamme e dalle sorelle. Una delle due bambine, affetta da leucemia acuta e da una grave forma di polmonite bilaterale, è stata affidata all’équipe diretta dal professor Franco Locatelli», luminare di fama internazionale nel campo dell’omcoematologia. La piccola ora «è in prognosi riservata», mentre l’altra bambina è affetta da «cardiopatia congenita» ed «è stata ricoverata presso il reparto di Cardiologia guidato dal professor Lorenzo Galletti», altro clinico di grande esperienza dell’ospedale romano. «In queste ore – aggiunge la nota – vengono eseguiti approfondimenti diagnostici ed è in fase di valutazione l’iter terapeutico, in entrambi i casi di alta complessità». Un altro aspetto delicato, sul quale il Bambino Gesù ha una speciale sensibilità vista la sua apertura a pazienti da tutto il mondo è l’ospitalità per chi accompagna i bambini ricoverati: è stato dunque «attivato da subito per le bambine e i loro familiari il servizio di accoglienza e di mediazione culturale dell’Ospedale», che ricorda come non sia la prima volta che da Gaza giungono piccoli gravemente malati: infatti «con i pazienti arrivati ieri sera, sono 11 i minori palestinesi finora presi in carico dall’Ospedale della Santa Sede dall’inizio del conflitto il 7 settembre del 2023».

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani accoglie i bambini e le loro famiglie all'arrivo del C130 militare italiano a Roma

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani accoglie i bambini e le loro famiglie all'arrivo del C130 militare italiano a Roma - Ansa


I bambini sono stati accolti a Ciampino dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dallo staff della Clinica pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma con il direttore generale Fabrizio d’Alba, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni. Non tutti i “figli di Gaza” – pazienti oncologici – avevano Roma come destinazione finale. Cinque di loro con i propri cari sono ripartiti subito in aereo verso Milano, per essere presi in carico dal Sistema sanitario regionale: un’adolescente di 14 anni è stata ricoverata all’Istituto nazionale dei tumori di Milano, un bimbo di 7 al San Gerardo di Monza, uno di 4 agli Spedali civili di Brescia, una di 6 mesi al Niguarda e il più piccolo (4 mesi) al Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

«Regione Lombardia – spiega l'assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso – ha subito dato ogni tipo di disponibilità per accogliere e curare questi bambini colpiti dalla tragedia della guerra e dalla difficoltà della malattia. Come affermato dal presidente Mattarella, l'Italia è un Paese accogliente e aperto e qui nessuno è straniero. La salvaguardia della salute di ogni persona è il principio che ci guida sempre, non solo per casi particolari come questi ma anche nella gestione quotidiana dell’assistenza sanitaria».

Padre Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa, a bordo del C130 dell'Aeronautica militare che ha portato i 14 bambini in Italia

Padre Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa, a bordo del C130 dell'Aeronautica militare che ha portato i 14 bambini in Italia - Ansa

Altri due bambini sono stati accolti al Regina Margherita di Torino (il governatore del Piemonte Alberto Cirio era stato in Israele con la direttrice del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino dell’ospedale torinese per un sopralluogo).«Un bambino di 9 anni – fa sapere la Città della Salute di Torino – è affetto da una grave malattia ematologica, che necessita di trapianto di cellule staminali emopoietiche. È accompagnato dalla mamma e da una sorella di 17 anni. Il secondo bambino di 5 anni è affetto da un tumore cerebrale, già operato a Gaza a dicembre 2024 ed è in attesa di iniziare la radioterapia. È accompagnato dalla mamma e dalla sorellina di 3 anni. Entrambi sono provenienti da Gaza City». Per entrambi sono previsti «accertamenti diagnostici per rivalutare lo stato della malattia e pianificare le cure», dice Franca Fagioli. A ospitare le famiglie dei due bambini a Torino provvedono due associazioni del terzo settore, Ugi e Casa Giglio.

Tornando a Roma, i bambini avviati all’Umberto I, hanno trovato ad accoglierli un’équipe di anestesisti, ematologi, chirurghi pediatrici e radiologi coordinata da Loredana Amoroso. «L’Italia continua a dimostrare con i fatti il proprio impegno umanitario – dice il ministro della Difesa Guido Crosetto –. Ancora una volta stiamo facendo tutto il possibile per alleviare le sofferenze della popolazione civile di Gaza».

Le prime cure per un bambino palestinese in un'ambulanza sulla pista dell'Aeroporto di Ciampino

Le prime cure per un bambino palestinese in un'ambulanza sulla pista dell'Aeroporto di Ciampino - Ansa

Il ministro degli Esteri Tajani ha annunciato che andrà al Cairo per portare in Italia un altro bambino. «Ringrazio la Protezione Civile, le Forze armate, la nostra ambasciata a Tel Aviv, il nostro consolato a Gerusalemme – è il commento del ministro pochi minuti dopo l’atterragio del volo con i bambini di Gaza e le loro famiglie –. Tutti hanno operato in sinergia e nessuno si è tirato indietro per aiutare questi bambini. Questa credo sia la solidarietà operativa: quando si parla di sofferenze del popolo palestinese poi bisogna cercare di alleviarle. Già quando arrivavamo qui sono arrivate altre richieste d'aiuto dai preti per altri bambini. Noi faremo il possibile per continuare ad aiutarli ed evitare loro sofferenze. I bambini israeliani e palestinesi sono vittime innocenti delle guerre, non hanno nessuna responsabilità. Speriamo la tregua proceda».

Un altro bambino del gruppo arrivato a Ciampino nella serata del 13 febbrai

Bambini palestinesi in un campo di rifugiati a Gaza

Bambini palestinesi in un campo di rifugiati a Gaza - Ansa

o è ora all'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dal quale si fa sapere che il piccolo è stato accolto «con la mamma e due fratellini. Un altro fratello, accompagnato dal padre, era già stato curato nei mesi scorsi presso l’ospedale pediatrico fiorentino. Il bambino ha appena due anni e dovrà essere curato per le conseguenze di un’esplosione: il trauma gli ha provocato una emorragia e crisi epilettiche che non rispondono ai trattamenti farmacologici». Ora il piccolo «è ricoverato in Neurologia e dovrà essere sottoposto a una serie di accertamenti per decidere il suo percorso terapeutico». A Firenze dunque l’operazione umanitaria del governo italiano ha permesso il sospirato ricongiungimento familiare: «L’arrivo a destinazione – informa il Meyer – è stato reso possibile dalla Cross e dalla Prefettura di Firenze. Come accaduto in occasione degli altri corridoi umanitari, il Meyer si è attivato per accogliere il piccolo e la famiglia: ad attenderlo, come sempre, un mediatore linguistico messo a disposizione dalla Fondazione Meyer per agevolare la comunicazione con i medici».


Da Roma a Torino, da Firenze alla Lombardia: l’Italia sa che la pace si costruisce partendo dai bambini. E da famiglie accolte per prendersi cura di quanto hanno di più caro. Un gesto che – come visto – mobilita il meglio della pediatria italiana in ospedali ai vertici della qualità nelle terapie. E nell’accoglienza umana delle persone.




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