Un soldato mostra il luogo delle fosse comuni - Ansa
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha chiesto un’inchiesta "meticolosa e trasparente" sulle fosse comuni trovate a Tarhuna, la città libica strappata la scorsa settimana al controllo del generale Khalifa Haftar dalle forze del governo di Tripoli (Gna).
Attivisti citati dal Libya Observer, giornale pro-Gna, hanno parlato del ritrovamento di più di 200 cadaveri. Guterres, ha riferito in una nota il suo portavoce, si è detto "profondamento scioccato" e ha invitato le autorità libiche a identificare le vittime, stabilirne le cause della morte e consegnare i corpi ai familiari.
Il segretario generale dell’Onu ha quindi ribadito il suo appello a fermare i combattimenti in Libia e ha auspicato che presto venga raggiunto un accordo sul cessate il fuoco.
Venerdì scorso le Nazioni Unite hanno dichiarato che sono state scoperte almeno otto fosse comuni, principalmente nella città di Tarhuna, una città occidentale chiave che è stata la principale roccaforte delle forze di Khalifa nella loro campagna di 14 mesi per catturare la capitale Tripoli.
Philippe Nassif, direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa, ha affermato che il gruppo stava lavorando per verificare le uccisioni di massa. "Vogliamo essere in grado di entrare, o far entrare le Nazioni Unite e raccogliere prove di potenziali crimini di guerra e altre atrocità”, ha detto.
Fathi Bashagha, il ministro degli interni del governo sostenuto dalle Nazioni Unite, ha dichiarato all'inizio di questa settimana che le autorità stavano documentando prove di presunti crimini di guerra a Tarhuna, rilevando che i rapporti preliminari indicavano che decine di vittime trovate nelle fosse comuni erano state seppellite ancora vive.
Bashagha ha anche affermato che speciali squadre investigative hanno scoperto un container marittimo a Tarhuna pieno di corpi carbonizzati, presumibilmente di detenuti.