martedì 28 aprile 2020
In Germania il via libera è atteso per giovedì In Francia si riprende l’11 maggio mentre negli Usa sono i singoli vescovi a decidere In Spagna, pastori e governo lavorano insieme
Il distanziamento di sicurezza durante la Messa nella Chiesa della Trinità a Lipsia, in Germania

Il distanziamento di sicurezza durante la Messa nella Chiesa della Trinità a Lipsia, in Germania - Siciliani

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Dopo il lungo lockdown, la fase 2 inizia all’insegna della cautela anche per le Messe. Dagli Usa alla Spagna, si cercano soluzioni per garantire la libertà di culto nel pieno rispetto della tutela della salute dei fedeli.

STATI UNITI Si decide caso per caso

Dopo 4 o 5 settimane di chiusura a causa dell’epidemia da coronavirus, le chiese negli Stati Uniti hanno cominciato a riaprire, e il popolo cattolico preme perché l’accesso all’Eucaristia sia ristabilito ovunque nel corso della “fase 2”. La Conferenza episcopale Usa ha lasciato ai singoli vescovi la decisione su quando ricominciare a celebrare pubblicamente le Messe, «in base alle circostanze locali e tenendo conto delle linee guida stabilite dalle autorità sanitarie». Una manciata di diocesi ha già dato il via libera alle Messe, nel rispetto degli ordini di distanziamento sociale. Le diocesi del Montana di Great Falls–Billings ed Helena hanno riaperto il 23 aprile, un giorno dopo che a Lubbock, in Texas, i sacerdoti avevano ricominciato a celebrare l’Eucaristia per i fedeli. La settimana prima, il vescovo Peter Baldacchino di Las Cruces, in New Mexico, era stato il primo a revocare il divieto alla Messa pubblica. Intanto in Idaho, la diocesi di Boise ha riaperto le chiese alla preghiera individuale. (Elena Molinari – New York)

GERMANIA Messe a numero chiuso I cristiani di Germania possono tornare a pregare in tutte le chiese del Paese. Non è ancora ufficiale, il via libera definitivo arriverà probabilmente giovedì, ma già domenica molte chiese in alcuni Länder del Paese hanno aperto le porte ai fedeli. Messe e preghiere si sono svolte soprattutto nei Länder dell’est in Turingia, Meclemburgo Pomerania e Sassonia meno colpiti dall’emergenza coronavirus, ma si sono registrate iniziative autonome anche in altre regioni. Da maggio comunque in tutti i Länder si potrà tornare nelle chiese cattoliche ed evangeliche. Le regole principali resteranno: il rispetto della distanza di almeno 1,5 metri, mascherina per coprire naso e bocca anche per i sacerdoti, disinfettante per le mani all’entrata. La questione principale è quella di evitare l’affollamento da parte dei fedeli. Perciò, nelle chiese più grandi, come le cattedrali, potranno assitere alla Messa fino a 50 persone, in quelle più piccole fino a 15. Nei prossimi giorni la Conferenza episcopale tedesca potrebbe fornire nuove indicazioni su come organizzare la celebrazione delle Messe e come distribuire l’Eucare- stia. Ci saranno a breve anche indicazioni per battesimi, funerali e matrimoni. ( Vincenzo Savignano – Berlino)

GRAN BRETAGNA Pastorale creativa Il “lockdown” della Gran Bretagna scattato il 23 marzo per contenere la diffusione del coronavirus ha previsto la chiusura degli edifici di culto di tutte le religioni e la sospensione di ogni funzione. La Chiesa d’Inghilterra si è allineata alle indicazioni del governo accordando solo due piccole concessioni: il funerale, ristretto ai parenti più vicini al defunto, presso cimiteri e crematori, e il battesimo in casa o in ospedale ma solo nei casi di urgenza. Chiusi i battenti di 2.977 parrocchie, la Chiesa cattolica ospita su una piattaforma online Messe e preghiere, prediligendo il telefono per il supporrto spirituale dedicato alle persone più vulnerabili e sole. Sono in molti, nella comunità cattolica come in quella anglicana, a chiedere la riapertura delle chiese. Il video I love the Churchdiffuso su Youtube sintetizza gli umori dei fedeli: perché, si chiedono, negare l’ingresso ai luoghi di culto, magari organizzato per turni, quando è invece possibile accedere ai piccoli negozi di generi alimentari? (Angela Napoletano – Londra)

FRANCIA Il ritorno dall’11 maggio In Francia, da metà marzo, le chiese sono rimaste spesso aperte durante il confinamento: individualmente, i fedeli hanno potuto raccogliersi in preghiera, rispettando le distanze richieste. Molte parrocchie hanno trasmesso la Messa domenicale, riservando a qualcuno la possibilità d’assistere fisicamente. Adesso che il Paese si prepara all’uscita graduale dalle restrizioni, dall’11 maggio, il ritorno a liturgie per tutti anima il dibattito. Il 21 aprile, dopo una conversazione telefonica con il Papa, il presidente Emmanuel Macron ha consultato in videoconferenza i rappresentanti religiosi, fra cui monsignor Éric de Moulins– Beaufort, presidente della Conferenza episcopale, per la quale la vita ecclesiale deve «ritrovare il suo carattere pienamente comunitario a partire dall’11 maggio». Molti concordano, compreso il primo partito d’opposizione, i Repubblicani. (Daniele Zappalà – Parigi)

SPAGNA Al lavoro con il governo I vescovi spagnoli lavorano con il governo a guida socialista per recuperare le Messe con la partecipazione dei fedeli, sospese dall’inizio del lockdown, il 14 marzo. Ad annunciarlo è stato il cardinale arcivescovo di Barcellona e presidente della Conferenza episcopale spagnola (Cee), Juan José Omella, durante l’omelia della funzione a porte chiuse celebrata domenica nella cattedrale di Barcellona. Il cardinale ha spiegato che molti fedeli chiedono di sapere quando potranno «partecipare di persona all’Eucarestia. Speriamo presto. È il vostro e mio desiderio», ha detto Omella, confermando di aver presentato una richiesta formale in tal senso. «Dobbiamo essere pazienti, pregare per le nostre autorità e collaborare per evitare nuovi contagi, soprattutto delle persone più a rischio». Nelle ultime settimane le chiese sono rimaste aperte e i sacerdoti hanno celebrato liturgie a porte chiuse, trasmesse sulle reti sociali. (Paola Del Vecchio – Madrid)

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