sabato 14 dicembre 2024
Skochilenko, 34 anni, è stata liberata da un carcere di San Pietroburgo e ora vive in Germania: «In quelle celle ci sono tanti indifesi, tanti ragazzini. Anche se si parla spesso solo dei politici»
Alexandra Skochilenko in carcere in Russia fa il tipico gesto del cuore dietro le sbarre

Alexandra Skochilenko in carcere in Russia fa il tipico gesto del cuore dietro le sbarre - Epa

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Alexandra Skochilenko è a Vienna dove la incontriamo. È il suo primo viaggio fuori dalla Germania, Paese in cui vive dal rilascio del gruppo di oppositori con lo storico scambio di prigionieri del primo agosto. Lei è diversa dagli altri prigionieri. Né un politico come Kara Murza o Yashin né una personalità nota come Orlov portavoce di Memorial, Premio Nobel per la Pace.

Una semplice cittadina russa, contraria alla guerra come tanti altri, un'artista trentenne, imprigionata nell'aprile 2022 a San Pietroburgo per aver scritto frasi contro il conflitto in Ucraina sui cartellini dei prezzi di un supermercato, condannata a sette anni e infine liberata il primo agosto, la cui umanità e sensibilità prevale su tutto. Il destino di chi soffre viene prima di ogni altra cosa, anche di sé stessa.

Molti credono che in Russia siano poche le persone come lei. È così?

No, ce ne sono e sono tante.

La sua attenzione ora è per chi è più fragile e ancora in carcere.

Si, penso ai più indifesi. Quelli meno noti, soprattutto ai ragazzi. Appena rilasciata ho saputo di Arsenij Turbin, un ragazzino arrestato quando aveva ancora 14 anni. Poco più di un bambino. È terribile. Si parla più spesso dei politici. Nonostante dichiarazioni che denunciano questi casi, ad oggi non esiste una sola organizzazione che aiuti specificamente i minori. A loro, condannati e detenuti, dovremmo pensare prima di tutto. Sull’aereo in cui mi sono ritrovata con gli altri rilasciati per lo scambio di detenuti del primo agosto (16 per la Russia, 8 per gli Usa ndr), non c’erano minori. C’era Kevin Lick (russo-tedesco) arrestato quando era minore, ora ha 18 anni. Hanno bisogno del nostro aiuto. Si trovano in un ambiente molto pericoloso, convivono con detenuti che hanno ucciso o violentato. Questi bambini sono equiparati a loro. Eppure non hanno fatto nulla di violento o criminoso.

Cosa si può fare?

Il mio caso è un utile esempio. Partendo dalla semplicità del caso siamo riusciti a creare sensibilizzazione, a trasformare la mia vicenda in una “performance” che invece di essere quella che del regime è stata la versione che abbiamo voluto noi. Inclusa la carcerazione. L’abbiamo trasformata in una bella storia, persino romantica e non abbiamo mentito nemmeno una volta. Da artista e regista credo di riuscire a rendere molto bella perfino una storia in un paese dove c’è repressione. Oggi è importante impegnarsi per il caso di Arsenij.

In Italia il suo caso ha avuto eco: un’audizione del Comitato per i Diritti Umani della Commissione Esteri della Camera con la testimonianza di tua madre che è stata ricevuta dalla presidente dell’Assemblea capitolina. Noi abbiamo raccontato la sua ultima parola in tribunale (la parola concessa all'imputato) prima di essere stata condannata a 7 anni per aver scambiato i cartellini al supermercato per riportare e rivelare il numero delle vittime in Ucraina...

Quando ho saputo che così tante persone nel mondo e in Italia mi hanno sostenuto, mi sono profondamente commossa. Sono molto grata e ti chiedo di condividere la mia gratitudine al giornale, ai suoi lettori, a tutte le persone che sono state vicine a me e mia madre. Tutto l’aiuto che hanno dato è importante che ora vada a coloro che sono ancora in prigione. Ci sono tanti come me in Russia e tanti sono in carcere. Ci sono più di mille prigionieri politici. In Russia e Bielorussia. So di essere molto fortunata e mi sento in debito per l’attenzione ricevuta e ora devo condividere questa fortuna. Le persone muoiono in prigione. Io non avrei mai pensato che sarei stata oggetto di uno scambio. Sono una persona normale. Non sono Solzhenitsin, Sakharov o Bukovsky. Era un sogno ma mai avrei creduto si avverasse. È successo grazie a tutti quelli che si sono impegnati per sostenermi. Ancora grazie a coloro che mi hanno sostenuto. Mi avete regalato la vita.

La sua salute è stata messa a dura prova in carcere. Ora come sta?

Le conseguenze si fanno ancora sentire. In carcere passi da un problema di salute all’altro. Nonostante siano passati ormai 4 mesi ho una bronchite cronica che mi tormenta. So che, nonostante tutto ho avuto cure grazie alle persone a me vicine che hanno fatto il possibile per assicurarmi l’assistenza e ciò di cui avevo bisogno da celiaca. Non tutti hanno la stessa fortuna. Perciò bisogna occuparsi di chi è ancora detenuto, scrivere loro lettere, cartoline.

Come immagina il suo futuro. Quali sono i suoi sogni?

Il più grande sogno è naturalmente che la guerra in Ucraina finisca. Uscita dal carcere ho capito che ora è tutto ancora più difficile di prima. Non riescono a immaginare come far finire la guerra. Una cosa che coinvolge tutti e porta anche all’aggressività tra le persone nella società.

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