Le rivendicazioni azere. Il presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliev, che ha aumentato negli ultimi anni a dismisura i fondi destinati alla difesa, ha insistito sul fatto che Baku non rinuncia a recuperare con la forza l'enclave del Nagorno Karabakh.
Convocato il Gruppo di Minsk (Usa, Russia e Francia). Martedì a Vienna si riunirà il Gruppo di Minsk, struttura creata dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) per monitorare il cessate il fuoco proclamato nel 1994 nel Nagorno Karabakh. Del Gruppo fanno parte Stati Uniti, Russia e Francia, che in un comunicato hanno condannato "con fermezza" l'uso della forza, chiedendo alle parti la cessazione delle ostilità. "Riteniamo che non ci sia alternativa alla soluzione pacifica del conflitto, per mezzo di negoziati, e che la guerra non sia una opzione", afferma la nota.
REPORTAGE Nagorno Karabakh, trincea dimenticata di Claudio Monici (3/2013)
Frequenti schermaglie. Il tema dell'escalation della tensione in Nagorno Karabakh, dove le schermaglie di maggiore o minore entità sono frequenti, è stato affrontato sabato a Washington dal presidente armeno, Serz Sargsyan, con il segretario di Stato americano John Kerry. La Russia, che ha una base militare sul territorio armeno, ha informato che segue attentamente gli sviluppi nel Caucaso meridionale. Un'enclave autogestita. Il Nagorno Karabakh si trova in territorio dell'Azerbaigian ed è riconosciuto dalla comunità internazionale come parte dell'Azerbaigian, ma di fatto è controllato da armeni e si autogestisce come autoproclamata Repubblica. Riceve l'appoggio militare e finanziario dell'Armenia dalla fine della guerra separatista scoppiata nel 1991 e terminata nel 1994, in cui morirono 25-30mila persone.