Una riproduzione moderna del copricapo di Montezuma, in un museo del Messico - Wikipedia Creative Commons, immagine scattata da Thomas Ledl
Una disputa internazionale che dura da quasi 30 anni quella tra il Messico e l'Austria. Al centro del contendere c'è un rarissimo reperto storico dal valore culturale e artistico inestimabile: si tratta del copricapo precolombiano appartenuto a Montezuma, l'ultimo imperatore azteco.
Il Paese sudamericano è infatti tornato a chiedere la restituzione agli austriaci del reperto, manufatto intessuto d'oro con centinaia di piume di quetzal, un uccello venerato dagli aztechi, che vive in alta quota ed è considerato sacro da molte culture mesoamericane. Gli indigeni messicani considerano infatti il copricapo come "la sacra corona di Montezuma".
Nel lontano 1519 era stato proprio Montezuma a dare questo e altri 157 oggetti al conquistatore spagnolo Hernán Cortés, il quale a sua volte cedette il copricapo, chiamato "Penacho", all'imperatore spagnolo Carlo V. Successivamente il reperto finì nelle mani dell'arciduca d'Austria Ferdinando II di Tirolo nel 1590.
Ora si trova esposto al Museo Antropologico di Vienna ma il Messico lo rivuole indietro. Una missione "quasi impossibile- ha denunciato il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador- dato che se ne sono completamente appropriati".
Su Twitter Obrador ha reso noto che la moglie, Beatriz Gutiérrez Müller, in visita in Austria dove ha incontrato il presidente Alexander Van der Bellen, ha avuto colloqui con le autorità austriache per "ottenere reperti storici ed archeologici del Messico ed esibirli" durante le celebrazioni per il bicentenario dell'indipendenza del Paese.
Tuttavia, i responsabili del museo in cui è custodita l'opera hanno escluso la possibilità di un trasferimento "per almeno i prossimi dieci anni", perché il reperto è giudicato troppo fragile e "qualunque vibrazione lo distruggerebbe".
Nulla da fare dunque. Obrador non è stato il primo presidente messicano a chiedere all'Austria la restituzione del copricapo e quasi certamente non sarà nemmeno l'ultimo.