mercoledì 17 gennaio 2024
I costi globali del trasporto potrebbero schizzare del 60 per cento. Il numero dei container in transito è diminuito da novembre del 70 per cento
Attraverso il Mar Rosso transita il 12 per cento del commercio marittimo globale

Attraverso il Mar Rosso transita il 12 per cento del commercio marittimo globale - ANSA

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Un confronto cattura la portata della posta in gioco. Una petroliera in partenza dal Golfo Persico può raggiungere il porto di Londra, a 12mila chilometri di distanza, in 14 giorni transitando attraverso lo Stretto di Hormuz e il Mar Rosso. La stessa nave, se la rotta “infestata” dagli attacchi Houthi non fosse più navigabile, dovrebbe aggirare la punta meridionale dell’Africa: un viaggio di 24 giorni, coprendo circa 20.900 chilometri.
L’importanza della rotta è data dai numeri. Circa il 12% del commercio marittimo globale passa normalmente attraverso lo stretto di Bab al-Mandeb, che controlla l'accesso al Mar Rosso meridionale, ma da metà novembre il numero di container è diminuito del 70%, dicono gli esperti marittimi. Ogni anno attraverso lo stretto transitano circa 33mila navi mercantili. Particolarmente esposto il commercio energetico. Il 12% del petrolio trasportato via mare e l’8% del gas naturale liquefatto transitano infatti attraverso il Canale di Suez.

Quali potrebbero essere le conseguenze di un blocco navale totale? Anche se per ora il prezzo del gas naturale in Europa non sembra risentire dell'acuirsi delle tensioni nel Mar Rosso, secondo gli esperti tutto dipenderà dalla durata della crisi. Come riporta il Council on foreign affairs, i principali spedizionieri, tra cui il leader globale A.P. Møller-Mærsk, temendo un infittirsi degli attacchi firmati dagli Houthi, hanno annunciato piani per evitare il Mar Rosso e il Canale di Suez, dirottando circa 200 miliardi di dollari in scambi commerciali. Le navi che evitano il Mar Rosso navigano intorno al Corno d’Africa, «il che può costare un milione di dollari in più tra andata e ritorno in costi aggiuntivi per il carburante». Da novembre più di centocinquanta navi commerciali hanno scelto la rotta più lunga. I premi assicurativi per le navi che utilizzano il Mar Rosso sono aumentati di quasi dieci volte dall’inizio degli attacchi. «Aggirare l’Africa e non passare per il Canale di Suez è più costoso e richiede più tempo. Ma per il momento è più un problema di sicurezza che logistico», ha spiegato Siegfried Russwurm, presidente della Bdi, l’organizzazione tedesca industriali. Uno degli indicatori di riferimento per misurare il costo del trasporto delle merci trasportate dalla Cina, lo Shanghai Containment Freight Index, è più che raddoppiato in un mese. Il costo aggiuntivo in termini di carburante si aggira intorno al 20%, secondo la piattaforma logistica Container xChange, che stima che la crisi nel Mar Rosso potrebbe aumentare i costi del trasporto marittimo del 60%, con un premio aggiuntivo di circa il 20% per l’assicurazione.
Anche se il prezzo del gas in Europa per ora tiene, e anzi cala, non è detto che il trend continuerà. A rischio sono infatti i costi relativi al trasporto. Secondo il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahmane al-Thani, «il trasporto del gas naturale liquefatto sarà colpito dall’escalation».

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