giovedì 22 agosto 2024
Convalidato il controverso risultato delle elezioni presidenziali del 28 luglio che assegnano al chavista il 51,2% delle preferenze. «La sentenza è nulla» afferma lo sfidante Gonzalez Urrutia
Nicolás Maduro

Nicolás Maduro - Ansa

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Con una decisione ampiamente scontata la Corte Suprema del Venezuela, controllata dal governo chavista, ha convalidato il controverso risultato delle elezioni presidenziali del 28 luglio annunciato dal Consiglio nazionale elettorale che assegna a Nicolás Maduro la vittoria con il 51,2% delle preferenze.
La sentenza viene pronunciata nonostante non sia ancora stato pubblicato un solo documento di convalida del risultato proclamato dal consiglio elettorale e solo sulla base di una perizia legale che, a detta della presidente della Sala elettorale della Corte - l'ex deputata chavista Caryslia Rodríguez - "ha determinato una piena coincidenza con i verbali dello scrutinio".
La decisione aggrava ulteriormente la crisi politica e istituzionale apertasi all'indomani delle elezioni e rischia di aprire una nuova fase di proteste e di repressione nel Paese dopo i 27 morti e le migliaia di arresti registrati nelle ultime settimane. La vittoria di Maduro non viene infatti riconosciuta dall'opposizione, che respinge la competenza della Corte in materia elettorale e che, in base alla propria documentazione pubblicata online, sostiene la vittoria del candidato della Piattaforma unitaria democratica, Edmundo Gonzalez Urrutia, con il 67% delle preferenze. "La sentenza della Corte Suprema del Venezuela è nulla. La sovranità risiede in modo intrasferibile nel popolo e gli organi dello Stato sono un'emanazione della volontà popolare e a questa sono sottomessi", ha affermato Gonzalez.

La Corte di fatto legata al governo ha assegnato al cxhavista la vittoria con il 51,2%

La Corte di fatto legata al governo ha assegnato al cxhavista la vittoria con il 51,2% - Ansa

La proclamazione della vittoria di Maduro viene contestata anche da un ampio spettro della comunità internazionale e la sentenza della Corte Suprema annulla di fatto anche gli sforzi di mediazione con l'opposizione portati avanti dai governi progressisti della regione. Il sottosegretario di Stato Usa per l'emisfero occidentale, Brian A. Nichols, ha affermato che "gli Stati uniti chiederanno conto delle responsabilità di tutti coloro che promuovono i brogli elettorali e la repressione in Venezuela". Il governo brasiliano di Luiz Inacio Lula da Silva, che insieme a quelli di Messico e Colombia aveva cercato di avviare una difficile mediazione tra governo e opposizione era arrivato a proporre - attraverso il suo inviato speciale per il Venezuela Celso Amorim - anche un ballottaggio tra Maduro e Gonzalez.
Tutti sforzi che alla luce di questa sentenza sono risultati vani ed inutili. Maduro ha imposto la sua rielezione fino al 2031 aprendo di fatto le porte ad una nuova e lunga fase di isolamento e incertezza per il Venezuela.

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