Un pugno di diplomatici espulsi dalla Gran Bretagna. I Mondiali di calcio, che si giocheranno in Russia, disertati. Le sanzioni scagliate contro gli «oligarchi corrotti». Un pezzo da novanta della diplomazia russa, come il ministro degli Esteri Sergeij Lavrov, bollato come indesiderato. Alla fine la risposta inglese all’intricata (e tragica) vicenda dell’ex spia Sergeij Skripal è arrivata. Ed è stata durissima. E peraltro, per niente, imprevista.
Perché i rapporti tra Londra e Mosca non sono mai stati così tesi e logori. Inquinati da quelle che Londra considera interferenze massicce (e sfacciate) nella vita democratica del Paese. Brucia ancora il dossier sulle “fake news” – le notizie confezionate ad arte per inquinare il dibattito politico –, così come le “invasioni di campo” sulla Brexit: per Londra, null’altro, che delle vere e proprio campagne orchestrate da Mosca per «influenzare la discussione politica nel Regno Unito, per far penetrare l’odio e mettere le comunità l’una contro l’altra».
Questa riedizione della Guerra Fredda – come molti analisti già la etichettano – ha però fatto un salto di qualità. La premier Theresa May ha illustrato ieri alla Camera dei Comuni la «risposta forte e robusta» di Londra a quella che è certa siano le «colpe» di Mosca nel tentato omicidio – con un micidiale agente nervino –, dell’ex spia russa e di sua figlia a Salisbury, avvelenamento consumato il 4 marzo scorso.
I provvedimenti, annunciati dalla premier inglese, sono sicuramente “appuntiti”. In primis l’espulsione di 23 diplomatici russi (il numero più alto dal 1971), che dovranno lasciare la Gran Bretagna nel giro di una settimana. Poi la sospensione di tutti i prossimi incontri bilaterali ad alto livello a partire da quelli con il ministro degli Esteri, Lavrov. E ancora, il boicottaggio dei Mondiali di calcio da parte della Famiglia reale e dei ministri del governo inglese. Infine, una serie di provvedimenti legislativi per colpire i patrimoni in Gran Bretagna di uomini d’affari e funzionari russi sospettati di essere coinvolti e il congelamento degli asset dello Stato russo che possano essere utilizzati per obiettivi ostili.
Londra, che ha convocato una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza Onu – ha raccolto un coro di sostegno dagli alleati, dagli Usa («solidarietà alla Gran Bretagna), alla Ue («inaccettabile l’uso sul suolo europeo di un agente nervino militare»), fino alla Nato («attacco insensato e indiscriminato che mette le vite di civili innocenti a rischio»).
La risposta di Mosca e la posizione di Parigi
La Russia espellerà "presto" diplomatici britannici, in risposta ai 23 diplomatici russi che Londra ha deciso di espellere per il caso della spia russa avvelenata a Salisbury. Lo ha assicurato giovedì il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov. Rispondendo a un giornalista che gli chiedeva se diplomatici britannici saranno espulsi, Lavrov ha risposto: «Assolutamente. Presto. Ve lo prometto». «Consideriamo la posizione britannica assolutamente irresponsabile per quanto riguarda le relazioni diplomatiche, così come rispetto agli obiettivi finali e agli interessi di una vera indagine e della ricerca delle persone che sono dietro» all'attacco, ha detto da parte sua il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, ribadendo che le accuse a Mosca sono «infondate e sono emerse ancora prima di qualsiasi informazione sulla sostanza utilizzata».
A May è intanto giunta manforte dal presidente francese Emmanuel Macron, che giovedì mattina in una telefonata con la premier britannica ha condiviso l'osservazione del Regno Unito secondo cui le responsabilità della Russia nell'attacco sono l'unica «spiegazione plausibile». Lo stesso Macron ha annunciato che nei prossimi giorni renderà note alcune misure che intende intraprendere sul caso.