Proiettili all'uranio impoverito raccolti dopo essere stati usati dall'esercito degli Stati Uniti nella seconda Guerra del Golfo. Furono usate anche granate al fosforo bianco, che colpirono anche civili indifesi, come a Falluja - Ansa
Non diversamente dalle granate al fosforo bianco, i proiettili all’uranio impoverito non violano il diritto bellico. Neanche se impegnato contro i civili indifesi, come avvenuto per il fosforo a Falluja.
Anche di recente, la Commissione istituita dal procuratore del Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia ha escluso l’illiceità dell’utilizzo militare delll’uranio impoverito. C’è però un problema. Il diritto internazionale umanitario vieta armi che «causino mali superflui, sofferenze inutili e danni molto gravi all’ambiente».
L’uranio impoverito come si comporta? Arma le ogive di molte bombe aeree e di tante granate anticarro. Costa pochissimo ed è molto “apprezzato” dagli eserciti di tutto il mondo, in Occidente, come in Russia e in Cina.
A nulla serve sapere che impattando sull’obiettivo sprigiona gigantesche fonti di calore e libera metalli tossici per le falde, l’aria, il terreno e gli organismi viventi.
Lo sanno bene in Iraq, nei Balcani e in Afghanistan. E lo sappiamo anche in Italia, per i tanti militari deceduti e ammalatisi di linfomi al rientro dalle missioni, nonostante le inchieste attribuiscano i danni più ai vaccini che non alle polveri di uranio.
Purtroppo, il diritto umanitario consente l’impiego di queste armi per i «vantaggi militari» ritenuti superiori ai «mali inferti».
Rimane però una speranza. L’articolo 35, paragrafo 3, del Primo protocollo addizionale del 1977, vieta mezzi e metodi bellici che procurino «danni estesi, durevoli e gravi all’ambiente naturale». Ecco perché usare uranio impoverito su larga scala potrebbe essere considerato «illecito». Sarà questo un domani il caso dell’Ucraina?