Inquinamento a Lahore, la seconda città del Pakistan - ANSA
"È diventato un calvario uscire all'aperto", dice Jawaria, 28 anni mentre guarda la coltre lattiginosa che avvolge le strade di Lahore. Qui nella seconda città del Pakistan, una megalopoli da 14 milioni di persone, i sintomi dello smog che rende irrespirabile l’aria li conoscono bene tutti: mal di gola, bruciore agli occhi, vertigini, senso di costrizione al petto e tosse secca. “È peggio ogni anno”, ammette sconfortato Jawaria. La città ha conquistato l’ennesimo record (negativo): l’inquinamento ha raggiunto un livello oltre 80 volte superiore alla soglia stabilita dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Il livello di inquinanti Pm 2.5, il particolato fine nell'aria che causa i maggiori danni alla salute, ha raggiunto il picco di 1.067, prima di scendere a circa 300 al mattino. Qualsiasi valore superiore a 10 è considerato pericoloso dall'Oms.
“Non abbiamo mai raggiunto un livello di 1.000", ha detto all'AFP Jahangir Anwar, un alto funzionario per la protezione ambientale di Lahore. Per giorni, la città è stata avvolta dallo smog, un mix di nebbia e inquinanti causati da fumi diesel di bassa qualità, fumo da combustione agricola stagionale e raffreddamento invernale. "L'indice di qualità dell'aria rimarrà così per i prossimi tre o quattro giorni", ha detto Anwar. Alcuni giorni fa l'agenzia provinciale per la protezione ambientale ha annunciato nuove restrizioni in quattro "punti caldi" della città. I tuk-tuk dotati di inquinanti motori a due tempi sono vietati, così come i ristoranti che cucinano barbecue senza filtri. Da lunedì, metà del personale degli uffici governativi e delle aziende private lavorerà da casa. I lavori di costruzione sono stati interrotti e i venditori ambulanti e di cibo, che spesso cucinano su fuochi all'aperto, devono chiudere alle 20.
Aria irrespirabile a New Delhi - ANSA
Non va meglio in India. La capitale indiana si è risvegliata ieri mattina in una fitta rete di smog, dopo che il giorno prima, e per tutta la notte, ovunque sono stati accesi fuochi d'artificio per festeggiare Diwali, a dispetto del divieto delle autorità che ne avevano proibito la produzione e la vendita. Negli ultimi due giorni la polizia aveva confiscato in tutta Delhi quasi due tonnellate di mortaretti, che tuttavia erano disponibili negli Stati confinanti, e almeno tremila agenti in più erano stati incaricati della sorveglianza nelle strade. Ma l'inasprimento dei controlli non è servito: il livello di Pm 2.5, gli agenti inquinanti, ha superato in poche ore i 350 microgrammi per metro cubico, facendo della capitale indiana la città più inquinata al mondo, seguita a breve misura da Lahore, la città in Pakistan che si trova a 400 chilometri a nordest di Delhi. Le indicazioni dell'Oms definiscono questi livelli superiori di 30 volte a quelli considerati innocui.
La morsa dell’inquinamento che stringe tanto il Pakistan che l’India potrebbe inaugurare un’inedita “diplomazia dello smog” tra i due Paesi, da sempre divisi da rapporti burrascosi. Per Maryam Nawaz, primo ministro del Punjab in Pakistan, "lo smog non è un problema politico ma umanitario: "L'aria non riconosce i confini tra i nostri due Paesi. È impossibile combattere lo smog a meno che entrambi i Punjab non prendano misure insieme". Gli impatti sulla salute dell'emergenza sono considerati "catastrofici". Secondo un rapporto pubblicato dall'Energy Policy Institute presso l'Università di Chicago, l'inquinamento è la più grande minaccia per la salute in India, "con i residenti di Delhi che perdono fino a 8,5 anni di vita a causa dei suoi effetti".