venerdì 10 gennaio 2025
Dal 5 febbraio nella regione del Donbass gli ucraini privi di passaporto russo verranno considerati apolidi e non potranno accedere a servizi essenziali come l'assistenza sanitaria
Il voto per le presidenziali russe a Donetsk

Il voto per le presidenziali russe a Donetsk - Ansa

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Ufficialmente è solo una formalità amministrativa: dal 5 febbraio gli ucraini dei territori occupati e ancora privi del passaporto russo verranno inseriti in un “registro speciale”. Nella pratica: non potranno sposarsi, non verrà riconosciuto il diritto alla residenza in quanto “apolidi”, non potranno accedere come prima ai servizi sanitari. La notizia è arrivata attraverso varie fonti della resistenza ucraina nei territori occupati dalla Russia. In base alle nuove norme “Sullo status giuridico dei cittadini stranieri nella Federazione Russa”, a partire dal 2025 sono minacciate «misure di espulsione contro gli stranieri e gli apolidi privi di motivi legali per rimanere in Russia, anche nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina».


In tutti i modi Mosca ha tentato di persuadere gli ucraini rimasti nelle zone occupate a richiedere e ottenere in tempi brevi la nuova cittadinanza. La dissidenza anti-russa continua a fornire notizie dall’interno dell’occupazione, consentendo di identificare anche i capi dell’amministrazione filorussa.


Si scopre così che nell’area occupata di Kakhovka, a ridosso della diga distrutta due anni fa nelle regioni meridionali tra Zaporizhia e Kherson, il capo dell’amministrazione russa è ora il 23enne Oleksandr Zuyevha. Appena insediato, il ragazzo ha nominato sua madre, la 60enne Olena Filipchuk, come vice capo del consiglio comunale cittadino. Per questo ruolo il figlio ha disposto per la madre un aumento del 116% del gettone di presenza per “condizioni di lavoro speciali” e un ulteriore bonus mensile pari al 33% dello stipendio ufficiale. Il ragazzo è noto alle cronache della Crimea occupata dove i media locali lo avevano segnalato nel 2023 dopo che gli era stata ritirata la patente perché sorpreso alla guida sotto effetto di stupefacenti. Il giovane ha potuto tuttavia godere di un trattamento di favore ed è riapparso poche settimane fa nella nuova veste di proconsole di Mosca.


Anche qui le restrizioni previste per i “non russi” entreranno in vigore il 5 febbraio, «nell’ambito del cosiddetto controllo statale sui migranti - spiegano le fonti -, gli agenti di polizia hanno il diritto di accedere alle abitazioni e agli altri locali in cui vivono gli ucraini che non hanno cambiato la loro cittadinanza». Le autorità delle autoproclamate repubbliche annesse dalla Russia non smentiscono. Il campionario di limitazioni riguarderà l’intero spettro della quotidianità. Non si potrà più avere accesso ai servizi bancari, né registrare le proprietà immobiliari e neanche mettersi alla guida di veicoli, sia per uso personale che per motivi di lavoro. Già dall’1 gennaio 2025 è pressoché impossibile ottenere, anche a proprie spese, i farmaci prescritti dai medici, i quali potrebbero a loro volta venire perseguiti se scoperti a prestare cure a “stranieri senza cittadinanza”.


«Anche se si ha la fortuna di trovare le medicine - spiegano i testimoni diretti dell’occupazione attraverso la filiera della resistenza - i prezzi sono due o addirittura tre volte superiori a quelli di mercato».


Ancora più complicata la sorte dei beni immobili. Chi dovesse ostinarsi a rifiutare la nuova cittadinanza, non avrebbe diritto a possedere beni che, secondo Mosca, si trovano in territorio russo. In alcune province, soprattutto nel Donbass, viene segnalata la messa in vendita di ampi appezzamenti che appartengono a ucraini fuggiti via. L’acquisto da parte dei nuovi proprietari con passaporto di Mosca serve anche a finanziare l’amministrazione di occupazione.


Le prove generali si erano svolte a Mariupol, la città martire rasa al suolo nei primi mesi dell’invasione russa. Il Cremlino ha aggiornato le condizioni previste per finanziare la ristrutturazione delle abitazioni distrutte. L’inventario degli edifici danneggiati dal conflitto è obbligatorio. Ma è entrato in vigore dopo che la gran parte delle macerie sono state rimosse, rendendo impossibile determinare se gli edifici sono stati colpiti da armi russe, ucraine o dal fuoco incrociato. Secondo fonti locali e analisi delle immagini satellitari, almeno 500 condomini sono stati completamente demoliti. Da Mosca assicurano però di avere avviato e in parte completato la ricostruzione. Le nuove abitazioni, però, possono essere assegnate solo a famiglie con passaporto russo, ai lavoratori immigrati fatti arrivare dalle repubbliche della Federazione e dai Paesi dell’estremo oriente alleati della Russia.



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