La costruzione dell'aeroporto internazionale di Xiang'an, nello Xiamen - Reuters
Un gigante dai piedi di argilla? Di sicuro, un gigante che sta “sprofondando”. Lentamente. Ma inesorabilmente. L’allarme arriva da uno studio pubblicato dalla rivista Science e rilanciato dalla Reuters: quasi la metà delle principali città cinesi soffre di livelli di subsidenza considerati «da moderati a gravi». Tradotto: il suolo sui cui poggiano le metropoli del gigante asiatico si sta abbassando a una velocità superiore ai 3 millimetri all’anno. Per il 16% la velocità è superiore ai 10 millimetri all’anno. Un’erosione considerata «irreversibile».
Secondo il team di ricercatori guidato da Ao Zurui della South China Normal University, che ha effettuato la ricerca, il fenomeno espone milioni di persone al rischio di inondazioni, perché abbinato a un altro drammatico cambiamento “climatico”: l’innalzamento del livello del mare. Non solo. Secondo la rivista Nature «la subsidenza è un problema geologico ambientale globale che minaccia l'ambiente di vita umano».
Ma quali sono le cause di questo abbassamento del suolo? Gli studiosi parlano dell’effetto combinato di due fattori: il prosciugamento delle falde acquifere ma anche il peso costituito dall’ambiente umano (costruzioni ed edifici). Secondo Robert Nicholls del Tyndall Center for Climate Change Research non si tratta di un rischio localizzato o parziale.
Ma di «un’emergenza nazionale». Un dato cattura l’enormità del rischio: la popolazione cinese concentrata nelle città ammonta a 900 milioni di persone. La città più vulnerabile? La metropoli settentrionale di Tianjin, che ospita più di 15 milioni di persone e che “vanta” un tasso di urbanizzazione superiore all’80%. Secondo la fotografia scattata dal College of Urban and Environmental Sciences, il cedimento del terreno a Tianjin è stato segnalato per la prima volta negli anni ‘20 «mentre un rapido cedimento (diversi centimetri all’anno) iniziò a verificarsi negli anni ‘60»: da oltre mezzo secolo è in corso poi quello che viene classificato come «un grave cedimento».
Secondo la Reuters, la “subsidenza” costa già alla Cina più di 7,5 miliardi di yuan (1,04 miliardi di dollari) in perdite annuali, ed entro il prossimo secolo, «quasi un quarto delle terre costiere potrebbe effettivamente trovarsi al di sotto del livello del mare, esponendo centinaia di milioni di persone a un rischio ancora maggiore di inondazioni». Il problema non colpisce la sola Cina. Uno studio separato pubblicato a febbraio afferma che circa 6,3 milioni di chilometri quadrati di terra in tutto il mondo sono considerate a rischio. Tra i Paesi più colpiti c’è l’Indonesia, con gran parte della capitale Giacarta già ora sotto il livello del mare. Secondo un’altra ricerca, pubblicata nel 2022, delle 44 principali città costiere esposte al rischio, ben trenta sono concentrate in Asia. « È un problema di urbanizzazione e crescita della popolazione: maggiore densità di popolazione, più acqua estratta e più subsidenza», ha spiegato alla Reuters Matt Wei, esperto di geofisica dell’Università del Rhode Island.